25/06/1976 - Articolo di fondo Il Ventilabro 20 Devozione Sacro Cuore

PER LA SALVEZZA DEL MONDO Dice il Concilio: “Dal costato trafitto di Cristo dormiente sulla Croce è scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa”. (Sacrosanctum Concilium, 5). Come Eva venne tratta dal costato di Adamo, così la Chiesa nasce dal Cuore di Gesù. In lui viene presentato al mondo tutto il mistero pasquale. Vero tempio in cui “abita corporalmente tutta la pienezza della divinità e in lui voi siete stati riempiti” (Col 2, 9); da lui sgorga l'acqua che letifica (Ez 47, 1),10 Spirito di vita (Gv 7, 37-39; Ap 22, 1). Bisogna andare dunque al suo Cuore, al Cuore del Redentore. Ma bisogna capire bene “questa devozione”. Non è come qualcuno può averla intesa. Dice bene il P.Charles: non sta in discorsi lamentevoli pieni di particolari dolorosi, nel parlare di un Dio abbattuto e degno di compassione al quale dovremmo far l'elemosina di un pò di consolazione appartandoci con lui lontano dalle moltitudini, un Dio che non riesce nelle sue imprese, che farebbe male i suoi conti e vuol mettere sulle spalle nostre le sue miserie. Come del resto si concilierebbe un Dio in lacrime che si isola con poche anime con il Cristo della risurrezione, con il Salvatore che ama tutti gli uomini e tutti li vuole condurre a salvezza? il suo fare dimesso e timido con l'atteggiamento dignitoso e divino del Verbo eterno che comanda alle tempeste, con la gloria del Redentore che governa tutto il mondo? Intendere così la devozione è deformarla totalmente. Capire il suo Cuore è invece capire il suo Amore forte e meraviglioso per la salvezza di tutti. E' la rivelazione piena di tutto l'amore della Trinità che si dona a noi in Lui. Amare Dio e lasciarsi amare da Lui, è collaborare con Lui perché si faccia un solo gregge sotto un solo Pastore. Lasciarsi salvare in una comunanza piena con i suoi sentimenti di Redentore. Rivestirsi di Lui e agire con Lui. Contemplare il suo Cuore per imparare. Adorare il suo Cuore per diventare una sola cosa. Unirci a Lui per andare al Padre e ai fratelli. Lasciarci investire dal suo “fuoco”. Non dunque un isolamento, una devozione sdolcinata. Ma piuttosto prendere su di noi, nella Cresima cristiani maturi, il problema della salvezza universale. I sacrifici nostri uniti ai suoi sacrifici, la sofferenza nostra alla sete sua, la nostra Messa alla sua Messa. Cresca allora in Parrocchia la devozione al Cuore di Gesù in questa pienezza di comprensione e di amore.