12/09/1972 - Articolo di fondo Il Ventilabro 4 Pellegrinaggio a Lourdes

Sant'Ilario, 12.9.72
Articolo di fondo de "Il Ventilabro" pag 1-2

IL NOSTRO PELLEGRINAGGIO A LOURDES Lourdes, con felice definizione, è stata chiamata "la capitale della preghiera". Per pregare vengono infatti le folle dei pellegrini da ogni parte del mondo. A Lourdes si prega sempre. La Lourdes "umana", la città degli alberghi e dei negozi, si arresta all'ingresso della "explanade"; l'altra, quella della Vergine Maria, la Lourdes autentica, comincia qui. Una vita fervida che non si ferma mai, un perenne palpito di preghiera. Nel "Rifugio" dei malati, nelle Basiliche, lungo la Via Crucis, ma soprattutto attorno alla Grotta, centro e cuore di tutto, la preghiera si innalza meravigliosamente da ogni bocca e da ogni cuore. Incominciano prestissimo le celebrazioni ininterrotte delle Messe: la grande preghiera e il sacrificio del Redentore uniscono e avvalorano tutte le preghiere di coloro che invocano e che soffrono. Pregano gli ammalati mentre vanno o vengono, pregano e intrecciano le Ave Maria con l'infermiera o il barelliere che li conducono. Pregano i sani un po' dovunque. Si prega nelle piscine e per le strade. Nel pomeriggio il clima di preghiera collettiva si accresce nella grande processione eucaristica. Poi di nuovo si affolla la Grotta ed il canto si snoda nelle più svariate lingue. Viene la sera ed ecco la processione "aux flambeaux", omaggio corale di preghiera entusiasta. E' tardi quando finisce, ma non cessa la preghiera: le Basiliche sono piene di luce per le adorazioni notturne. Alle due o alle tre del mattino c'è chi esce e va ancora a pregare alla Grotta. A qualunque ora della notte tu trovi gente che prega là dove è apparsa Maria Santissima a raccomandare al mondo la preghiera. Qui veramente si impara la scienza della preghiera; si impara che la preghiera per noi e per il bene del mondo è ciò che conta di più. Si impara che la vera carenza del mondo sta nella povertà della preghiera. Si riceve la grazia di apprendere come il primo tesoro nostro sia l'obbedire alla parola di Gesù: "finora non avete chiesto nulla nel mio nome, chiedete ed otterrete perché la vostra gioia sia piena" (Gv 16, 24). Alcuni si immaginano che il pellegrinaggio a Lourdes sia per grazie materiali. Ma non è questo che prevale. Da quando la Madonna è scesa in quella grotta qualcosa di soprannaturale è restato in quel luogo. Non sono gli elementi esteriori, come l'acqua miracolosa o la Grotta, che fanno la grandezza di Lourdes: c'è il "suo" segno, l'azione mirabile della sua bontà di Madre, il suo messaggio di richiamo e di amore al mondo perché tutti gli uomini riconoscendo in Dio il loro Padre si sentano fratelli, perché superino il loro egoismo ed abbandonino il peccato che è la causa di tutti i mali. Le anime capiscono, si umiliano, riconoscono il loro peccato. Lourdes dice sempre una fioritura di vocazioni, un ritorno generoso di peccatori alla gioia della grazia di Dio, alla fraternità con il loro prossimo. Il messaggio di Lourdes è elemento potente della Provvidenza di Dio per condurre tutto il mondo alla vera pace e alla vera giustizia. Quando alla fine della processione pomeridiana si alza in benedizione l'Eucarestia per ogni malato, si levano le invocazioni più commoventi: "Signore, fa che io veda! Signore fa che io cammini! Signore, colui che tu ami è ammalato! Dì una sola parola ed io sarò guarito!". Sono migliaia di malati con le miserie più dolorose lì ad invocare la grazia! Quello è il momento che ogni malato ha desiderato e forse atteso da anni, il momento cui si aggrappa con tutta la sua speranza. Quanti drammi e quante angosce si leggono nei loro occhi! Che cosa rappresenta quel momento per loro! A volte avvengono dei miracoli, alle volte no. Però l'anima parte sempre con la "sua" grazia. Quando le barelle tornano indietro con lo stesso peso di dolore, nessun lamento si sente, nessuna tristezza si vede nei volti. Leggi come in un libro aperto. Ognuno ha imparato una cosa che prima era difficilissima, che la vera gioia sta nella volontà di Dio. Come in processione si continua a ripetere: "sia fatta la tua volontà sulla terra come in cielo". Nessuno resta deluso. Ma c'è di più. Gli ammalati sono venuti con la speranza di guarire, con tutto il prepotente desiderio di potere guarire, di essere finalmente come gli altri, come i sani. Ed ecco, al clima di Lourdes non pregano più per se stessi, conoscono altre sofferenze, altri dolori, e pregano per i fratelli, offrono la loro malattia per il bene degli altri. Ho ancora davanti a me il nostro Gino Pacchiarini di ritorno da Lourdes. Il terribile male aveva minato la sua fiorente giovinezza e lo stava tremendamente distruggendo in un mare di sofferenza. Ma non aveva pregato per sé. E di fronte alla mia meraviglia quasi si stupì e con la sua inarrivabile semplicità mi disse: "e perché avrei dovuto pregare per me? vi era ben altro da chiedere: vi erano in tanti ad avere più bisogno di me! Poi quante sono le necessità della nostra comunità parrocchiale!". Caro Gino! ecco, tu ci insegni il senso del nostro pellegrinaggio. Andremo a Lourdes per imparare a pregare, andremo noi per tutti i fratelli della nostra Parrocchia, andremo per avere la grazia di una Fede più grande e più forte. Vogliamo ascoltare le parole della Vergine Santa e mettere tutta la nostra Parrocchia sotto la sua protezione. Superando ogni nostro egoismo vogliamo essere docili alla nostra vocazione battesimale e a somiglianza di Santa Bernadette portare a tutti il messaggio della Madre Celeste.

CODICE 72IBS010
LUOGO E DATA Sant'Ilario, 12.9.72
OCCASIONE Articolo di fondo de "Il Ventilabro" pag 1-2
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Scritto
ARGOMENTI Lourdes
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