Vi sono delle parole di Elisabetta che sono passate nella nostra preghiera e sono parole illuminate dallo Spirito Santo. Diciamo sempre: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno” (Lc 1,42). Con quanta gioia dobbiamo ripetere queste parole, perché la Madonna è veramente la benedetta, colei che ha portato la benedizione, colei che ha portato l’amore di Dio, colei che ha portato la salvezza. Dandoci Gesù, il frutto benedetto del suo grembo, ci ha dato tutto e noi dobbiamo esprimere la nostra ammirazione per la Madonna, un’ammirazione illuminata, chiara, profonda. Dobbiamo esprimere la nostra ammirazione per lei che, arricchita da Dio di tanti doni, ha saputo corrispondere e corrispondere in maniera unica.
Eva ci aveva portato la maledizione e tutte le donne hanno risentito del peccato di Eva; tutte hanno dovuto soffrire. La Madonna, portandoci la benedizione, ci ha portato la speranza, ci ha portata la sicurezza del valore delle nostre opere buone. Le nostre opere buone possono meritare un’eternità di gaudio, un’eternità di gioia. Le povere nostre azioni, le azioni di ogni giorno, quelle azioni comuni che sembrano non avere alcun valore, se fatte in grazia, se fatte per amore di Gesù, sono capaci di darci un’eternità di gaudio e di pace.
Dobbiamo allora meditare spesso sul valore delle nostre azioni, sulla responsabilità delle nostre cose. Come le nostre azioni possono condurci all’inferno, così possono anche condurci in paradiso. Il valore della vita è un valore grande. La Madonna esteriormente ha vissuto come una qualsiasi donna della sua epoca. È vissuta in umiltà, è vissuta in povertà, è vissuta in oscurità, ignorata da tutti, ma le sue azioni erano mirabili, le sue azioni le hanno meritato il premio di essere la regina del cielo e della terra, di poter aiutare tutti gli uomini, per tutti i secoli.
Che dignità la nostra vita, se ci mettiamo Gesù, se ci mettiamo la grazia! Che responsabilità abbiamo, se buttiamo via le nostre giornate nella mediocrità o, peggio, nel peccato! Impariamo a dare valore alle nostre opere con la grazia di Dio e imitiamo la Madonna nel fare sempre la volontà del Signore, che ci ha posto così, ci ha posto nel nostro luogo e nelle nostre precise responsabilità e incarichi.
Viviamo di Dio, amiamo Dio, portiamo i frutti che il Signore vuole e sarà proprio questo il nostro fioretto domani, nella festa dell’Ascensione: ricordarci il Paradiso e quali azioni lo meritano.
CODICE | 88EDM013 |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 14/05/1988 |
OCCASIONE | Catechesi del mese di maggio |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Rosario: Visitazione |
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