09/05/1988 - Catechesi mese Maggio

L’angelo Gabriele, a garanzia delle sue parole, porta l’esempio del miracolo avvenuto in Elisabetta e Maria comprende bene la legge della carità e si reca “in fretta” da Elisabetta. In fretta fa il lungo viaggio. Chi è preso, governato dallo Spirito Santo, non conosce indugi. Maria non conosce indugi: non si ferma, scioccata dall’avvenimento; non si ferma, spaventata da tutte le incognite che si presentano.

Maria va subito ed è su questo che dobbiamo riflettere. Maria ci dà l’esempio della generosità, della generosità senza calcolo, della generosità con amore, della generosità per entrare pienamente nel piano di Dio. Va subito, va in fretta, va con umiltà, va con vera comprensione.

Elisabetta stessa si meraviglierà: “Come mai la madre del mio Signore viene a me?” (Lc 1, 43). Maria, che ama l’umiltà, che è fiorita nell’umiltà, si pone a servizio, si pone in un servizio generoso di carità, si lascia condurre dallo Spirito Santo che si era posato in lei.

Quanto dobbiamo desiderare di ascoltare sempre, anche noi, le ispirazioni dello Spirito! Quanto dobbiamo desiderare di fare il nostro dovere come ce lo suggerisce il Signore nell’intimo della coscienza! Ognuno, ogni giorno, ha il suo dovere; ognuno, diverso da quello degli altri, ma è la volontà di Dio. E dobbiamo ascoltare lo Spirito Santo che nell’intimo del nostro cuore ci spinge e ci fortifica perché facciamo bene, perché facciamo prontamente, perché facciamo con vera umiltà il nostro dovere, tutti i giorni, senza alcun moto di pretesa, senza pretendere il riconoscimento degli altri. Fare il nostro dovere, farlo con semplicità, farlo totalmente, farlo come tributo all’amore di Dio.

È proprio qui il nostro proposito, il nostro fioretto: fare bene il nostro dovere e farlo nel nome del Signore.