29/05/1987 - Catechesi mese Maggio

Con molta verità chiamiamo la Madonna «Speranza nostra». Sempre nei secoli cristiani così è stata vista la Beata Vergine, chiamata con dei nomi molti significativi: «Stella del mattino», «Stella del mare», perché la vita presente è paragonata ad una notte, è paragonata a un imperversare di una tempesta sul mare. Chi dà speranza è questa Stella. A lei guardano i naufraghi, a lei guardano gli angosciati e i tormentati. La Beata Vergine ci offre il suo cuore meraviglioso come il luogo del rifugio nostro.

Quanta speranza dobbiamo avere in Maria, perché la chiamiamo, ed è in realtà, la «Mediatrice», colei che ottiene le grazie dal Signore, colei per mezzo della quale il Signore ci usa le sue misericordie.

Quando uno ha una vera devozione alla Madonna, ha un certo segno di salvezza. La Beata Vergine è data da Dio come una madre che salva, come una madre che comprende, come una madre che accoglie quelli che, pur sbattuti dal peccato e da tante tempeste, vogliono convertirsi e darsi a nostro Signore. Ed per questo che dobbiamo ripetere con gioia: “Speranza nostra, salve”.

Particolarmente debbono ricorrere a Lei, con questo titolo, quelli che trovano più difficoltà a vincere i pericoli dell’anima, i pericoli dati dalle tentazioni, dati dalle incomprensioni della vita, date dalle incomprensioni degli altri. Se nessuno ci capisce, se nessuno ci apprezza, la Beata Vergine ci capisce, ci apprezza, ci aiuta.

È dunque a lei che noi vogliamo ricorrere con tanta fiducia, è lei che vogliamo apprezzare come il grande tesoro di salvezza che ci ha dato la bontà di Dio.

Il fioretto sarà perciò ripetere, particolarmente nei momenti di tentazione: “Speranza nostra, salve, aiutaci, soccorrici, sta’ con noi, vivi vicino a noi, perché presi dalla tua protezione, perché rifugiati nel tuo cuore, possiamo vincere tutte le tempeste”.