Tutta la vita di Gesù è stata una croce e un martirio. Gesù è nato non per vivere, ha voluto nascere per morire, perché questo lo richiedeva la nostra redenzione e la nostra salvezza. Sua madre Maria ha partecipato intimamente e profondamente a questo travaglio. Più la passione era dura, più la partecipazione era perfetta.
Sappiamo bene: la vita della Madonna è stata una vita di umiltà, una vita di sacrificio, una vita di offerta per amore e perché venisse il regno di Dio. Dalla fuga in Egitto, dalla pena dei tre giorni nel tempio, la vita di Maria fu costellata di vere e grandi tribolazioni. La Madonna non ha chiesto alcun privilegio, non ha detto: “Sono la madre di Dio: voglio una vita tranquilla. Sono la madre di Dio: gli angeli possono venire a darmi ogni aiuto”. Ha accettato invece e voluto stare nell’umiltà in cui Gesù aveva scelto di rimanere: non ha fatto nessun miracolo per sé; ha adoperato la sua potenza di Figlio di Dio per i malati, per i bisognosi, per la conversione dei peccatori.
Impariamo allora dalla Madonna il valore delle sofferenze. Accettiamole dalle mani di Dio, rimaniamo sereni e umili, senza pretendere dei privilegi, delle esenzioni.
Impariamo che la vita deve essere così, una testimonianza di fede, una dimostrazione del nostro amore al Signore e imponiamoci di non lamentarci, ma di accettare tutto dalla mano di Dio, che è una mano provvidenziale e benefica sempre.
Il nostro fioretto sarà proprio in questo senso: non impazientirci e innervosirci di fronte alle difficoltà, ma accettarle volentieri dalle mani di Dio per la nostra vera salvezza, santificazione e per il bene di tutta la Chiesa.
CODICE | 87EMM013 |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 21/05/1987 |
OCCASIONE | Catechesi mese di Maggio |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Il Cuore di Maria |
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