Meditiamo sull’umiltà della Beata Vergine, un’umiltà abissale. Piacque al Signore per la sua purezza, ma diventò Madre del Signore per la sua umiltà. Un senso creaturale assoluto, perché l’umiltà non è una cosa, è una convinzione, la convinzione che la nostra ragione raggiunge, ma che la fede ci apre in orizzonti sconfinati.
Dio è tutto, senza di Lui non c’è nessun valore. Quello che noi abbiamo, lo abbiamo da Lui, lo abbiamo in una straordinaria misericordia e bontà.
La tentazione di considerarci valevoli per noi stessi è la tentazione che ha avuto Satana. Satana era una angelo splendido: è diventato un orribile demonio, un’orribile creatura sempre orgoglioso e sempre sconfitto, proprio perché ha presunto di essere qualche cosa.
Dobbiamo cercare allora l’umiltà, nell’abbandono fiducioso a Dio, nel non avere delle pretese verso Dio, nell’evitare ogni pensiero, ogni atteggiamento di quella malattia così facile che si chiama «vanagloria», l’ambizione, nell’evitare tutto quello che in qualche modo è bugia, la bugia che siamo qualche cosa, la bugia che possiamo da soli qualche cosa. La verità è che tutto è da Dio, e che tutto quello che possiamo fare è per misericordia sua.
Ecco che, allora, cercheremo di essere umili non solo verso Iddio, ma verso il nostro prossimo, riconoscendo quello che ha fatto il Signore e riconoscendo soprattutto gli esempi di Gesù, mite e umile di cuore e gli esempi della Beata Vergine.
Il nostro fioretto sarà proprio questo: fare domani almeno tre atti di umiltà.
CODICE | 87EAM013 |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 11/05/1987 |
OCCASIONE | Catechesi mese di Maggio |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Il Cuore di Maria |
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