Maria continua il suo canto di lode e dice che si rallegra perché Dio ha guardato “la bassezza della sua serva” (cfr. Lc 1,48). Si riconosce umile, si riconosce creatura. Il senso creaturale della Madonna è stato veramente abissale ed è per noi un grande esempio, una grande lezione. Lei, così santa e così generosa, si proclama «niente», perché di fronte a Dio ogni creatura è niente.
Dobbiamo capire quanto più dobbiamo essere nell’umiltà noi che, oltre il resto, abbiamo il peccato. Siamo peccatori.
Il peccato è proprio quello che ci colloca nel posto che ci spetta, nel posto di disprezzo, di vera cognizione, perché dobbiamo ricordarci che noi siamo «zero più peccato». Invece abbiamo tante pretese verso Dio. Vorremmo che il Signore facesse quello che vogliamo noi e ci permettiamo di giudicare le sue opere, la sua provvidenza, il suo amore. Noi siamo niente e pretendiamo di giudicare il tutto. Noi siamo poveri di mente e Dio è infinita sapienza. Noi siamo legati dalle nostre passioni e dalle nostre facili illusioni, Dio è al di sopra di tutto.
Come dobbiamo adorarlo in tutte le sue opere! Come dobbiamo benedirlo! Come dobbiamo innalzare a Lui sempre la nostra fiducia! Molta fiducia in Dio, molto abbandono in Lui, molta serenità anche di fronte alle prove che Lui permette.
Stiamo uniti al Signore, stiamo sempre uniti a Lui e riconosciamo la nostra pochezza, il nostro niente.
Il nostro fioretto sarà proprio ricordarci, nella giornata di domani, di essere bisognosi di tutto e di ricorrere al Signore, ripetendo la giaculatoria: “Mio Dio, tu sei il mio tutto!”.
CODICE | 88EHM013 |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, mercoledì 18/05/1988 |
OCCASIONE | Catechesi del mese di maggio |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Rosario: Visitazione |
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