L’inno termina accendendo nel cuore la virtù della speranza: “Ut videntes Jesum semper collaetemur – Fa’, o Beata Vergine, che arriviamo a vedere Gesù, per essere sempre nella gioia”. Il termine della vita è là. È là dove c’è la nostra salvezza, il nostro tutto, il nostro Redentore Gesù. Ed è così fondamentale il nostro aspettare il Paradiso che diciamo che sono tre le virtù teologali: la fede, la speranza e la carità. La fede ci illumina il cammino, la speranza ci dà la forza, la carità accende in noi ciò che sarà il fuoco dell’eternità.
Noi preghiamo la Madonna di tener viva la nostra speranza. La chiamiamo sempre «nostra speranza». “Spes nostra, salve – Salve, o nostra speranza” e le chiediamo di tenere viva la speranza perché non ci sgomentiamo delle difficoltà di questa vita, non ci spaventiamo della nostra debolezza, non ci smarriamo di fronte alle prove e ai dolori inevitabili. Ogni persona ha il suo tributo di dolore da pagare. Nessuno si salva se non attraverso la croce di Gesù. È nella croce di Gesù dove si incontra la nostra povertà con l’infinita ricchezza.
Dobbiamo allora avere molta speranza. Non sperare nelle cose di questo mondo, non sperare in privilegi di questo mondo, perché tutti quelli che sono di Gesù devono capire il valore della frase stessa di Gesù, che ci ha tracciato il cammino: “Se uno è mio discepolo, prenda la sua croce e mi segua” (Lc 14,27).
Ognuno sappia accettare bene le sue prove, i suoi fastidi, le sue noie; accetti bene le opere che il Signore vuole da lui, accetti bene le opere di carità, soprattutto a beneficio del prossimo. Ognuno faccia molte opere buone, perché sono le opere buone quelle che ci assicurano l’entrata. Nessuno senza opere buone può sperare nel paradiso; nessuno può compiere le opere buone che crede e lasciare quelle che non crede. Ognuno deve fare la volontà di Dio. È in questa volontà di Dio che, fatta bene, sta la nostra sicurezza.
Il fioretto allora sarà quello di rinnovare spesso l’atto della speranza, dicendo: “Signore, io spero nella vita eterna e la voglio meritare con le buone opere”.
CODICE | 84EVM013 |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 30 maggio 1984 |
OCCASIONE | Catechesi mese di Maggio |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Inno Ave Maris Stella |
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