“Mites fac – Rendici miti”, buoni, amabili. Rendici, o Vergine, aperti alle necessità degli altri.
È mite chi capisce le esigenze del suo prossimo; è mite chi non misura gli altri col proprio criterio, ma ha un rispetto grande e forte degli altri. Secondo l’insegnamento del Signore, noi dobbiamo amare gli altri come ci ha amati Gesù. E sappiamo come ci ha amato Gesù: ci ha amato prendendo su di sé i nostri debiti. Noi chiamiamo Gesù con le parole di Giovanni Battista: “Agnello di Dio, che prende su di sé i peccati del mondo” (cfr Gv 1,29).
Il Signore ci ha amati e ci ha così sostenuti.
Noi, davanti al Padre, abbiamo il sangue di Gesù che grida per noi. Il Signore ci ha perdonati una volta, due volte, sempre. Il Signore ha avuto per noi delle parole di incoraggiamento, di promessa. Non ha guardato a quello che abbiamo reso, non ha guardato se abbiamo mantenuto le nostre parole; Gesù ha guardato solo alla sua bontà e ci ha detto: “Amatevi come io vi ho amati” (Gv 15,12). Il nostro essere miti, quindi, non può fissarsi su criteri umani, non può essere secondo categorie umane. Il nostro essere buoni è su una misura fuori di ogni misura: Gesù.
Ed è proprio questo che chiediamo alla Madonna: che Lei abbia la gioia di fare di noi degli altrettanti Gesù. Ogni cristiano ha una vocazione fondamentale: essere un altro Gesù Cristo. Ogni cristiano deve riprodurre in sé i tratti, i lineamenti del cuore di Gesù. E quel cuore divino, che noi contempliamo così amabile, così sempre nel perdono e nella comprensione, deve essere il nostro modello.
La Madonna ce lo indica; è secondo il cuore di Gesù che noi dobbiamo educarci, dobbiamo sforzarci di vivere, dobbiamo progredire; è secondo il cuore di Gesù. È da questo cuore divino che dobbiamo prendere le norme di ogni giorno, sia nella nostra vita in casa con i nostri familiari, sia nelle relazioni con gli altri: bontà, mitezza, perdono.
Chiediamo quindi questa sera alla Madonna questa grande sua grazia di aiuto. Proponiamoci di fare un fioretto di bontà, anche nel giorno di domani: bontà, perdono, pazienza, secondo le parole del Signore: “Non perdonare sette volte, ma settanta volte sette” (Mt 18,22).
È in questo modello che la Madonna è stata. È in questo modello che ci indica la traccia sicura e meritoria del nostro cammino.
CODICE | 84EQM013 |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 25/05/1984 |
OCCASIONE | Catechesi mese di maggio |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Inno Ave Maris Stella |
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