12/05/1984 - Catechesi mese Maggio

“Stabiliscici nella pace” è l’invocazione dell’Inno. È l’invocazione di tutto il mondo. Ci affidiamo alla Madonna che è chiamata veramente la «Regina della pace», cioè quella che compie l’opera così necessaria e universale.

Noi chiamiamo la Madonna «Mediatrice», cioè colei che è tra noi e Dio, che è tra noi e Gesù. Ci porta la grazia di Gesù, ci porta il suo aiuto misericordioso, porta a Gesù la nostra preghiera.

Il titolo di «Ausiliatrice» è veramente quello che traduce fino in fondo l’opera che compie la Madonna: aiuta, aiuta perché media; aiuta perché ha il cuore di mamma e Dio ha voluto che il cuore della Madonna fosse plasmato dallo Spirito Santo, dalla potenza, dalla grandezza dello Spirito Santo. Ha voluto che il cuore della Madonna fosse pieno di comprensione e la Madonna ha proprio in quest’ufficio la sua gioia, la gioia di essere vicino ad ogni anima redenta da Gesù, di essere per ogni anima la consolatrice, quella che dà fiducia e speranza, quella che dà il sorriso anche alle anime più provate.

Quale deve essere allora la nostra confidenza? Deve essere una confidenza profonda, deve essere una confidenza filiale, deve essere una confidenza per tutte le cose perché il suo cuore di mamma è comprensivo di ogni nostra necessità. Un cristiano deve avere tanta confidenza nella Madonna da non dubitare mai, da non avvilirsi in nessuna circostanza, da portare sempre avanti il discorso della misericordia.

Sì, e veramente non cesseremo mai di crescere in questa confidenza; non cesseremo, cioè non ci dobbiamo mai fermare credendo che sia troppa, perché è una confidenza che può crescere e non sbaglia, che deve crescere e non sarà mai delusa.

Confidare, confidare nelle prove, confidare nelle tentazioni, confidare nei pericoli, confidare nelle nostre necessità materiali, confidare nelle circostanze difficili delle nostre famiglie, confidare nelle circostanze più preoccupate della nostra società.

Alla Madonna dobbiamo ricorrere con molta fede, con molta sicurezza e con un’apertura totale del nostro cuore. Invochiamola in vita per poterla invocare sempre e per potere così, dopo quest’esilio, avere la gioia di essere con lei nella patria celeste (*).

(*) da appunti