20/02/1975 - Giovedi I Quar

Sant’Ilario d’Enza, 20/02/1975
Omelia, Giovedì I Settimana Tempo Quaresima

Ascolta l'audio

Est 14,1. 3-5. 12-14; Mt 7,7-12

Abbiamo l’esortazione a pregare. Un’esortazione forte, un’esortazione pressante. “Chiedete e vi sarà dato. Cercate, troverete. Bussate, vi sarà aperto”. Ma a chi è aperto? Ecco che comprendiamo la prima lettura e il salmo responsoriale. Sa pregare chi sa essere povero, chi come Ester è conscio della propria impotenza. “Non ho altro aiuto fuori di te, Signore, che tutto conosci”. Ed è frequente in tutta la Scrittura l’esortazione a questa radicale povertà. Il ricco è rifiutato dal Signore perché confida nelle sue forze, nella sua roba, nella sua potenza. Colui che è povero è colui che riconosce i suoi limiti. Ha quello che noi diciamo con una parola unica il senso creaturale. Sente la grandezza di Dio, la grande sua potenza. Sa che noi siamo nelle sue mani, che tutto viene da Lui. Gesù ci farà notare come questo Dio infinito è ancora nostro Padre e come allora il nostro sentimento di umiltà, di impotenza deve essere accompagnato da un sentimento profondo di confidenza. Noi allora dobbiamo sviluppare, per saper pregare, queste due cose: il senso della grandezza di Dio, della sua infinita perfezione. Il Signore nella sua meravigliosa bontà si abbassa fino a noi, però non dobbiamo mai dimenticare: lui è il Santo, Lui l’onnipotente., Lui l’infinita sapienza. Noi siamo suoi. E purtroppo siamo anche peccatori. Il sentimento di essere suoi è un sentimento di gioia. Ci possiede. La nostra vita non dipende da noi. Dirà Gesù: Non dipende da te neanche il colore dei tuoi capelli. Ci possiede , la sua provvidenza ci guida. Non turbatevi, dirà il Signore. Ecco allora nasce l’abbandono fiducioso nel suo amore. Nasce il vero concetto della provvidenza. Gli uomini pensano di essere loro gli artefici della loro storia e della storia degli altri, pensano di saper disporre e di poter disporre. In realtà è Dio che dirige, è Dio che permette. E anche le cose più terribili e più atroci lui le condurrà al bene per quelli che vogliono. Si tratta allora per noi di accrescere fino in fondo la nostra confidenza, unita a quell’atto di adorazione al quale siamo invitati in ogni messa: Santo, santo, santo è il Signore. È Dio infinito ed è nostro Padre. Come deve essere forte la nostra risposta alla sua parola. E come allora la nostra preghiera di fede diventa sempre più forte. Comprendiamo allora le parole di Gesù: l’uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Su questa parola sta la nostra preghiera, in questa parola sta la nostra sicurezza, in questa parola sta il nostro conforto, in questa parola sta il messaggio di speranza che possiamo dare anche agli altri.

CODICE 75BLQ01340N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 20/02/1975
OCCASIONE Omelia, Giovedì I Settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI
Condividi su
MOVIMENTO FAMILIARIS CONSORTIO
Via Franchetti, 2
42020 Borzano
Reggio Emilia
Tel: + 39 347 3272616
Email: info@familiarisconsortio.org
Website: familiarisconsortio.org
  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAPCREDITS