Ger 7,23-28; Lc 11,14-23
Si parla di una lotta, di una lotta dura, di una lotta che si ripete. Si parla di una lotta che l’uomo deve fare e deve tornare a ripetere. Non si può realizzare come seguaci di Gesù se non nella fortezza, se non nello sforzo, se non raggiungendo con il suo aiuto un controllo su di noi stessi. Perché la casa non resti aperta e non entrino le forze del male. Questa meditazione è tipicamente quaresimale. La quaresima è data proprio come un allenamento. Come sottolinea san Paolo in un celebre brano di una sua lettera, quando prende il paragone dell’atleta, della gara sportiva, per dire che anche noi dobbiamo allo stesso modo sforzarci per raggiungere un premio che è tanto più grande quanto mai sarà per tutto perché sarà dell’eternità. Ecco allora che stasera vorremo meditare, confrontando la nostra vita con questa parola di Dio, per vedere se in noi c’è questa generosità, c’è questa costanza, c’è questo superamento, c’è questo impegno. O se invece cediamo con troppa facilità e siamo sempre lì, sempre lì e il nostro passo non va avanti, siamo sempre lì perché un po’ si fa e un altro po’ si disfa. È necessario che ognuno di noi senta questa parola del Signore come detta proprio per lui. “Quando un uomo forte, ben armato, fa la guardia tutti i suoi beni stanno al sicuro”. La fortezza si acquista allora prima di tutto in una visione chiara di fede. Io credo, cioè io sono sicuro di quello che vuole da me il Signore. Io sono sicuro della sua parola. Niente mi fa paura. Poi è un esercizio di speranza. Non sono le mie forze: è lo spirito di Dio in me. Manda il tuo Spirito perché ogni giorno avvenga una creazione. Ecco io sono sicuro di riuscire perché il Signore mi manda la sua fortezza. E lui stesso mi ha detto: “Cercate e vi sarà aperto. Chiedete ed otterrete”. Lui ci invita ad essere veramente confidati, abbandonati perché Lui è con noi. Ecco: “Io sono con voi. Senza di me non potete fare nulla, ma con me potete fare tutto”. Ed è proprio in questa sicurezza che sboccia l’amore, sboccia l’autentica carità perché la fortezza si costruisce nell’amore. Sta scritto che forte come la morte è l’amore. Porre nel nostro cuore l’amore di Dio, la contemplazione dell’amore di Dio, vedere come il Signore ci vuole bene e come noi dobbiamo lasciarci occupare da questo amore. Ecco qui allora la nostra preghiera invocata fin d’in principio sulla nostra attività sportiva, perché ognuno si (?) capire che anche lo sport inteso bene ha una grande funzione per imparare ad essere generosi, per imparare ad avere il dominio di noi stessi, per imparare ad essere pronti con gli altri e per gli altri. Allora lo sport diventa veramente una buona educazione di noi stessi, un’educazione per la quale il nostro corpo batte all’unisono con la nostra anima, è docile, segue gli slanci dello spirito. Ed è così che vogliamo che allora il nostro sport sia così inteso bene da costituire un segno per questo dinamismo spirituale.
CODICE | 75C5Q01342N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 06/03/1975 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì III Settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAP | CREDITS