Gc 2,1-9; Mc 8,27-33.
La nostra fede in Gesù, quella fede su cui siamo vivamente (*) interpellati, è il fondamento di tutto, dà un senso a tutto. Credere veramente, profondamente, totalmente in Gesù, in Gesù che è Figlio di Dio, il Verbo dell’Altissimo e che è ancora l’Uomo, l’Uomo che ha condiviso la nostra condizione, ha condiviso la nostra vita di tribolazione, ha accettato la morte perché noi potessimo così, uniti a Lui, partecipare della sua grazia, del suo merito, della sua Resurrezione.
Noi dobbiamo avere una fede limpida, forte, penetrante. Dobbiamo, con la nostra fede, avere una relazione intima e forte con Gesù; dobbiamo avere l’esperienza di fede in Gesù; dobbiamo sentire il desiderio di ubbidirgli come nostro Dio, di imitarlo come nostro fratello.
Quanto spesso invece i cristiani dimenticano questa vivacità di fede, o vivono mediocremente, e si lasciano andare, e pensano a Gesù come un Dio lontano, senza riflettere che è venuto tra di noi per essere il nostro mediatore e il nostro esempio.
Quanto dobbiamo desiderare questa crescita, imitando la Beata Vergine che è Colei che più da vicino ha imitato Gesù e lo ha seguito. Dire il Rosario è vedere proprio la Madonna nei misteri di Gesù, associata ai misteri di salvezza di Gesù, nostro modello di partecipazione, nostro modello d’amore.
Chiediamo stasera che ci aiuti ad incontrarci bene con Gesù, soprattutto perché l’abbiamo vivo, vero, reale, presente nell’Eucarestia, perché ci incontriamo con Lui, obbediamo alla sua Parola, accogliamo la sua ispirazione.
(*) da appunti
CODICE | 84BFO01335N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 16/02/1984 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì VI settimana Tempo Ordinario |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Nella fede l’incontro con Gesù; la preghiera del Rosario |
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