Gn 2,7-9. 3,1-7; Rm 5,12-19; Mt 4,1-11
Entrati nella quaresima dobbiamo chiederci: perché la quaresima? È solo approfondendone la finalità che la potremo vivere con pienezza. E la liturgia ci risponde sottolineando un fatto fondamentale. Un fatto che ha determinato la condizione di tutti quanti gli uomini . È il fatto del peccato originale. C’è all’origine dell’umanità un disordine nel quale tutti sono coinvolti, un disordine del quale un elementare senso di prudenza deve in seguito, sempre, portare gli uomini a un atteggiamento particolare: debolezza, insicurezza, tendenza al male, problematica del male. Il male nell’uomo, il male nel mondo, il male nella società degli uomini. È una visione pessimista. È una visione che ci induce ad un ragionamento, che ci induce a un senso ben particolare. Siamo peccatori, non solo perché noi abbiamo sbagliato, ma perché apparteniamo a un popolo di peccatori, ma perché la nostra storia umana è una storia di peccato e non c’è solo la responsabilità del singolo, c’è una responsabilità collettiva, c’è una responsabilità che evidentemente domanda una espiazione non solo personale, che domanda una redenzione per tutti. San Paolo nella seconda lettura ci risponde, ci dice: “Guardate ad Adamo, al suo peccato, ma in modo particolare guardate al nuovo Adamo, a Gesù”. Ecco il secondo fatto: la Redenzione di Gesù nella quale noi entriamo col battesimo. È il battesimo che ci costituisce in persone nuove e che fa di tutte queste persone nuove un popolo nuovo, una storia nuova, la storia che noi chiamiamo della salvezza. In questa visione allora la quaresima. Quaresima vuol dire tempo di riflessione e tempo nel quale viviamo bene il nostro battesimo. Lo viviamo in modo particolare per poterlo poi portare in ogni circostanza. Noi non siamo solo degli uomini che dunque vengono da un uomo peccatore, ma siamo dei battezzati che hanno una nuova vita, che vengono da un nuovo uomo, Gesù, e hanno una storia di salvezza da realizzare e da completare. La quaresima è un modo particolare di percepire questa storia, di inserirsi in questa storia. Nella quaresima noi meditiamo queste grandi verità, le meditiamo con particolare intensità, con particolare austerità. Perché la vita che si accompagna al pensiero rende il pensiero più forte e più penetrante. Allora è la nostra vita che si accompagna a un senso particolare che ci ha dato Gesù. Perché per primo Lui ha voluto fare la quaresima e ha voluto essere tentato. Sicché la conseguenza è evidente: quaresima, tempo di raccoglimento per scoprire sempre di più il valore del nostro battesimo, per inserirci sempre meglio nella storia della salvezza, per essere sempre più presenti a tutte le opere di bene che si devono svolgere in questa storia. La nostra vita di battezzati è una vita, allora, che non si esaurisce in se stessa, è una vita che si vuole porre come strumento di bene per tutti. Come i peccatori danneggiano le sorti dell’umanità, così coloro che sono redenti da Cristo devono migliorare la storia dell’umanità, la convivenza tra gli uomini. Abbiamo da portare il nostro battesimo e perciò dobbiamo pregare, e perciò dobbiamo riflettere, e perciò dobbiamo anche portare la nostra penitenza. Perché questa è la nostra missione. Quaresima , allora, tempo forte per delle mete ben grandi, delle mete nelle quali ogni uomo ha la sua parte, ogni battezzato ha la sua porzione da redimere. In questa unione nostra col Signore celebreremo perciò questo tempo in vista del Mistero Pasquale, dove nella Pasqua sentiremo sempre di più come è vero che, se Gesù è morto e risorto, anche ogni battezzato deve realizzare una morte e realizzare una risurrezione per sé e per aiutare gli altri.
CODICE | 75BFQ01340N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 16/02/1975 |
OCCASIONE | Omelia, I Domenica Tempo Quaresima ore 6,30 |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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