Es 17,3-7; Rm 5,1-2. 5-8; Gv 4,5-42
… simbolo dell’acqua che si presenta oggi alla nostra riflessione. Spesso l’acqua è stata posta a simbolo nella storia della salvezza. E voi ricordate l’acqua della purificazione. Attraverso l’acqua del diluvio Dio fece un’umanità nuova. Attraverso l’acqua del Mar Rosso Dio condusse il suo popolo a salvezza, figurando quell’altra acqua attraverso la quale bisogna passare per giungere alla vera terra promessa: l’acqua del battesimo. Ed è nell’ordine proprio di questo simbolismo che si presenta la prima lettura: le acque di Meriba, le acque dette della contraddizione, dove miracolosamente scaturì l’acqua della roccia. Ma fu prova. La prova della fede. La prova dell’amore che il popolo aveva verso il suo Dio, o meglio ancora, la fiducia che il popolo doveva avere nell’amore incrollabile, nell’alleanza del Dio che lo conduceva. Furono acque di contraddizione perché troppi davanti a quella roccia non credettero. Non credettero che potesse sgorgare l’acqua. Non credettero perché non pensavano a questo mirabile amore di Dio che non si ferma mai e che moltiplica i miracoli perché ama. Ed è così, quando guardiamo dalla storia universale alla nostra storia ci sono delle acque che segnano il primo grande amore di Dio per noi. Sono le acque del nostro battesimo. È lì dove il Signore di salvezza si fa presente alla nostra vita. Il nostro battesimo segna l’inizio di un dono continuo di grazia. Bene. Nella seconda lettura meditiamo le parole di Paolo: “Noi siamo in pace per mezzo del Signore Gesù”. Per Lui abbiamo ottenuto la fede. Per Lui abbiamo la speranza, una speranza che non delude perché ne abbiamo la prova in noi stessi. Infatti nel battesimo noi abbiamo ricevuto lo Spirito Santo. Con un’espressione plastica l’Apostolo dice: “È stato riversato nei nostri cuori questo amore di Dio”. E non è un amore che non sia costato. Il Signore compirà un nuovo simbolo sulla croce e Giovanni Apostolo lo sottolineerà bene nel suo Vangelo. Dice : “Quando i soldati lo videro morto, non gli ruppero le gambe, ma uno di loro gli squarciò il costato e dal suo cuore uscì sangue ed acqua”. “È vera questa testimonianza” dice Giovanni. Ecco il simbolo. È dal suo cuore squarciato che nasce la Chiesa. È dal suo cuore che nasce quell’acqua per cui noi tutti diventiamo figlio di Dio e veri fratelli tra di noi. È la salvezza. La salvezza totale. Sicché la quaresima ci ricorda con forza questa iniziazione nostra alla vita. E questa doverosa crescita. E questo affermarci sempre di più nell’amore di Dio. È quest’acqua misteriosa di cui Gesù parla alla samaritana. “Chi crede non solo avrà l’acqua, ma l’acqua in lui diventerà una sorgente che zampilla fino alla vita eterna”. Vuoi sapere allora come deve essere la tua vita di battezzato? Deve essere uno sgorgare continuo, una sorgente di generosità, una sorgente di vero amore, una sorgente di vera donazione. Vuoi sapere come tu battezzato devi realizzare la tua vita? Ecco qui: “Voi dite: Mancano quattro mesi alla mietitura. Vi dico levate i vostri occhi. Guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura”. Ecco il cristiano impegnato. Ecco il cristiano apostolo. Ecco il cristiano che si dona. Ecco il cristiano che comprende la legge della carità. Ecco il cristiano membro attivo e continuamente impegnato nella Chiesa. Ecco il cristiano che si dona a somiglianza di Cristo. Ecco il cristiano che non si chiude in se stesso, ma diventa veramente una comunione continua con Cristo per i suoi fratelli. L’acqua zampilla. E allora il nostro interrogativo: com’è la nostra vita? Che cosa si deve compiere in questa nostra quaresima? Che cosa è che ci manca per essere veramente nell’ordine della volontà di Dio? “Mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato”. Ecco, resti così veramente forte e grande la nostra riflessione. Oggi celebriamo la giornata per le nostre missioni diocesane. La nostra comunità diocesana, che cerca di essere presente nelle missioni in una continua generosità di fede, in un dono di tutti verso coloro che hanno bisogno. Vi raccomando la preghiera, vi raccomando l’aiuto sapendo come le nostre missioni sono una testimonianza fedele e completa della nostra vita cristiana.
CODICE | 75C1Q01343N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 02/03/1975 |
OCCASIONE | Omelia, III Domenica Tempo Quaresima ore 8,30 |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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