09/03/1975 - IV Domenica Quar ore 6.30

Sant’Ilario d’Enza, 09/03/1975
Omelia, IV Domenica Tempo Quaresima - ore 6,30

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1Sam 16,1. 4. 6-7. 10-13; Ef 5,8-14; Gv 9,1-41

Il battesimo durante il tempo quaresimale è insistente . In questa liturgia osservate come sono sottolineati i segni del battesimo. Nella prima lettura c’è l’unzione, la consacrazione di Davide a re. Anche per il cristiano nel battesimo vi sono due unzioni: l’unzione con l’olio dei catecumeni sul petto e l’unzione del crisma sulla fronte. Il cristiano è consacrato a Dio, di piena consacrazione. Tutto l’uomo deve essere pronto a seguire lo Spirito Santo. Fortezza, allora, generosità, appartenenza totale alle cose di Dio. Il battezzato non deve essere più di se stesso o delle cose del mondo. Il battezzato è unto dell’unzione dei figli di Dio. Poi è sottolineato il segno della luce secondo quanto insistentemente viene segnato nell’insegnamento che ci danno gli apostoli e che prima di loro ha offerto Gesù. I cristiani sono i figli della luce. Ecco perché al cristiano si consegna nel battesimo una candela accesa. Questo simbolismo dice allora che il cristiano deve essere adatto a raccogliere la luce. “Io sono la luce del mondo”, dice il Signore. E la rivelazione di Dio è piena. “Chi segue me avrà la luce della vita”. Ecco la responsabilità del cristiano. Seguendolo, deve raccogliere la sua luce, cioè deve raccogliere la verità della rivelazione, deve evangelizzarsi e poi evangelizzare. Di conseguenza, l’interrogativo che ci è posto in questa domenica è questo: Tu, consacrato a Dio, tu che devi essere ricco di verità, ricco di luce, sei stato come il Signore ha voluto, fino adesso? Hai vissuto queste realtà del battesimo? Allora hai vissuto per Iddio e la tua anima si è arricchita della verità del Signore, la tua vita è sbocciata così nella grazia di Dio e nella comunicazione agli altri? Quante cose ci restano da fare. “Camminate” – ha detto Gesù – “finchè avete la luce”. Gli anni di vita che ci dà il Signore devono essere spesi intensamente, perché abbiamo uno spazio limitato. Dobbiamo fare. Dobbiamo fare per noi e per gli altri. Dobbiamo essere ben impegnati in ogni opera buona. Perché altrimenti, ecco, passano le nostre ore e poi, e poi c’è il giudizio di Dio. “Camminate finchè avete la luce, finchè le tenebre non vi sorprendano”. Accogliamo allora questa parola del Signore, moltiplichiamo le nostre opere buone, cerchiamo di confrontare sempre la nostra vita con la luce che viene dalla Parola di Dio. Ecco lo sforzo della nostra meditazione, ecco il nostro raccoglimento quotidiano, ecco l’impegno nostro di portare sempre qualche cosa a chi ci è vicino. I simboli sono cose molto belle, ma diventerebbero delle amare ironie quando contrastassero con la realtà. Noi chiamati figli della luce, noi chiamati i santi di Dio, poi è vero? Se il nostro esame di coscienza ci urge, ecco, ascoltiamo la parola che ci è stata detta: “Svegliati, o tu che dormi. Cristo ti illuminerà”.

CODICE 75C8Q01343N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 09/03/1975
OCCASIONE Omelia, IV Domenica Tempo Quaresima - ore 6,30
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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