18/03/1973 - La liturgia della Domenica Il Ventilabro 8 La liturgia domenicale della Quaresima

Sant’Ilario, 18.3.73
Calendario liturgico (articolo de “Il Ventilabro) pag 2-3-4

La Liturgia della Domenica PRIMA DOMENICA  Dopo il diluvio Dio stabilisce il patto di alleanza con Noè, segnato dall'arcobaleno che unisce il cielo alla terra; inizia la storia della salvezza (Gen 9, 8-15).  Come il diluvio ha purificato il mondo, ora il Battesimo, per la Morte e Resurrezione di Gesù, salva gli uomini che chiedono a Dio una “buona coscienza” (1 Pt 3, 18-22).  La quaresima di Gesù nel deserto Lo prepara potentemente alla predicazione del Vangelo di Dio: la figura dell'Antica Alleanza con Mosè si fa concreta, I'arcobaleno ha toccato la terra (Mc 1, 12-15). SECONDA DOMENICA  Iddio stabilisce in modo definitivo il suo patto di alleanza con Abramo, che senza esitare nel sacrificio dell'unico figlio, ha dimostrato la sua fede incrollabile (Gen 22, 1-2; 9-13; 15-18).  Il Padre che non ha risparmiato il proprio Figlio unigenito per la salvezza degli uomini, non farà mancare a chi gli risponde con la fede ogni cosa di cui abbia bisogno, fino alla giustificazione finale (Rm 8, 31-34).  La trasfigurazione di Gesù significa agli apostoli estatici che nel servo di Jahvè che si sacrifica per i peccati del mondo è il volto autentico del Messia, come è testimoniato prima da Mosè ed Elia, poi da Dio stesso: “Questo è il mio figlio diletto, ascoltatelo” (Mc 9, 2-9). TERZA DOMENICA La legge di Dio, data agli uomini per mezzo di Mosè (Es 20, 1-17), non è limitazione, ma libertà, perché procede dalla Sapienza e dall'Amore di Dio. L'alleanza tra il popolo di Dio ed il suo Signore è alleanza di carità: Dio ama il suo popolo e per questo gli dà una legge, per questo lo guida - se non lo amasse non gli darebbe la guida. Ecco perché il commento del Salmo responsoriale: “La Legge del Signore è perfetta: ricrea l'anima. La testimonianza del Signore è fedele” (Sal 18, 8). Dalla legge di Dio comprendiamo la sua fedeltà, come Egli ci ha amati, con generosità e continuità. “I precetti del Signore sono retti, rallegrano i cuori... il timore del Signore è puro, rimane in eterno” (ib. 9). Queste bellissime espressioni del Salmo danno veramente l'esatta interpretazione dell'alleanza con Dio. Come in una reverenza obbedenziale noi dobbiamo onorare Dio ed amarlo nell'osservanza della sua legge: “se uno mi ama - ha detto Gesù - osserva la mia parola e il Padre mio lo amerà e verremo a lui e faremo dimora presso di lui” (Gv 14, 23). Ecco allora che alla “pienezza dei tempi” si è manifestato Gesù attraverso la sua croce, che è il vertice dell'Amore. Se Dio ha amato il suo popolo dandogli i comandamenti, Egli manifesta l'infinita sua bontà donandoci il Cristo crocifisso, che è la nostra gloria, la nostra forza, la vera potenza e scienza di Dio" (1 Cor 1, 22-25). Così la legge dell'Antico Testamento viene trasformata nel Cristo: chi capisce il Crocifisso ha già compreso e seguito tutta la legge. Il cristianesimo è testimonianza d'amore proprio perché presenta nella sua predicazione non elementi umani basati sulla scienza e sull'intelligenza o sul sensazionale - come può essere il miracolo - bensì sull'Amore, che è Cristo Crocifisso. Nella terza lettura (Gv 2, 13-25) Gesù risponde ai Giudei che gli rimproverano la violenza contro i profanatori del Tempio: “distruggete questo tempio e in tre giorni lo riedificherò”. La Croce è trasformata nella Resurrezione, che testimonia la presenza di Cristo in mezzo ai Suoi fedeli: Cristo morto per noi è presente tra di noi perché è risorto ed ha vinto, per sé e per noi. Meditiamo la nostra alleanza con Dio nell'amore, la comprensione che noi abbiamo del vertice dell'Amore, che è Cristo Crocifisso, la certezza che Cristo è tra di noi perché è risorto. La nostra vocazione ad entrare nel mistero pasquale è sì vocazione alla Croce ma è soprattutto vocazione alla resurrezione nella gloria. Ecco perciò che dobbiamo porci in una testimonianza decisa, senza paura né incertezza, della nostra fede attraverso una accettazione completa del mistero di Cristo: come Cristo così noi. Si può leggere anche il testo liturgico dell'incontro di Gesù con la Samaritana (Gv 4, 1-42): “dammi da bere”. Gesù risorto dà a noi acqua che zampilla fino alla vita eterna: la nostra vocazione pasquale prende avvio e forza nel nostro Battesimo, per il quale siamo diventati una cosa sola col Cristo. QUARTA DOMENICA Nel Vangelo di questa domenica (Gv 3, 14-21) Gesù ci dà il criterio preciso per conoscere ed avere una misura della nostra spiritualità. Egli porta il paragone della luce e delle tenebre, dice che chi è in peccato e ama il peccato è come uno che è nelle tenebre ed ama il buio; chi invece è nella verità ed ama la verità è nella luce e gioisce della luce. Sulla scorta di queste parole potremmo allora impostare il nostro esame: vuoi riconoscere l'autentica tua situazione spirituale? Guarda se ami la luce, guarda se ami la mezza luce - le anime “crepuscolari” -, se ami le tenebre. Per noi che ci sforziamo sinceramente di essere buoni cristiani l'interrogativo si pone soprattutto nella seconda posizione, perché è molto facile amare la mezza luce e starci bene. E' molto facile per noi non volere le tenebre, perché abbiamo troppo ricevuto per star bene nelle tenebre. Ugualmente purtroppo è facile sentirsi a disagio nella luce piena, perché si vedono troppo i difetti e le miserie nostre, ci si sente chiaramente troppo piccoli e questo fatto urta il nostro orgoglio. Dunque amiamo la mezza luce. Per tradurre la metafora diciamo allora: la mezza luce nelle verità, poiché temiamo le verità forti come ce le presenta la parola di Dio e cerchiamo di attenuarle. La nostra mediocrità quasi per istinto cerca le cose che solleticano più di quelle che colpiscono. Oppure ci opponiamo ai tagli netti e vigorosi per riuscire ad abbandonare tutto ciò che è pericoloso, tutto quello che evidentemente non serve per il Regno di Dio. Andiamo alle mezze misure, proviamo a lasciare ma non lasciare del tutto; non vogliamo il pericolo, però un po' ci giochiamo. Non amiamo le virtù forti robuste e decise e pensiamo invece che il Cristianesimo sia qualcosa di edulcorato, da buttarsi giù alla svelta, che non abbia a dare troppo fastidio. Le virtù forti: I'esame di coscienza che oggi ci propone la liturgia deve dunque portarci fino in fondo ad un'analisi ben chiara della nostra vita spirituale nell'ordine della verità e della decisione. Amare la parola di Dio ed accettarla integra come da Lui ci viene, è mettere la nostra vita a suo servizio. Le altre letture sono prese da 2 Cron (36, 14-16; 19-23) e da Ef (2, 4-10). QUINTA DOMENICA Cerchiamo di approfondire la nostra meditazione su questa pagina del Vangelo, tra le più grandiose e drammatiche che ci siano presentate (Gv 12, 20-33). Tutto questo avviene la domenica “delle Palme”, poco dopo il trionfo di Gesù all'ingresso in Gerusalemme (Mc 11, 1-10, cfr. anche gli altri vangeli). Il volto del Signore, sempre splendido poiché rnostrava la gloria della sua divinità, doveva essere stato in quel giorno radioso. I greci venuti per la festa - che come tutti pagani non erano certamente timidi nei con fronti degli ebrei che di solito disprezzavano - davanti alla maestà di Gesù non osano affrontarLo e si rivolgono a Filippo. Nemmeno Filippo ha il coraggio di avvicinare familiarmente Gesù - ed erano tre anni che era con Lui - e si rivolge ad Andrea, così che insieme accompagnano questi uomini da Gesù, che coglie l'occasione per tracciare le linee fondamentali della sua azione redentrice. Gesù parla di una morte che deve avvenire, una morte che è un mistero perché mentre di solito essa significa il termine della vita, per lui non sarà così: Egli morirà per vivere; ancora di più morirà per essere soggetto di vita. “Se il chicco di frumento muore porta molto frutto”. Gesù chiama quest'ora, che è della sua sofferenza, della sua angoscia e della sua morte, I'ora della sua glorificazione e della sua vittoria. Gli ebrei avevano assistito al suo trionfo per le vie di Gerusalemme ed avevano deciso di eliminarLo. Lo uccideranno e sembrerà il fallimento dell'intera opera di Gesù, sembrerà la vittoria del principe di questo mondo, il demonio. Il demonio sarà invece sconfitto. E' il momento . dice Gesù - in cui “il principe di questo mondo sarà gettato fuori”. E' il “fallimento - gloria”, è la “morte - vita”, è la “sofferenza - gioia”. Noi significhiamo tutto questo con un'unica espressione quando parliamo del “mistero pasquale” del Cristo, cui siamo associati. Perché - sottolinea Gesù - “chi ama la sua vita in questo mondo la perderà mentre chi odia la sua vita la conserva per la vita eterna... dove sono io sarà anche il mio servo”. E' questa una logica suprema la logica della partecipaziione alla vita intima del Cristo, alla sua vita di amore, I'amore del quale non ne esiste uno più grande, perché ha dato la sua vita per noi. Noi siamo associati. Il segno ed il modo profondo della nostra associazione lo abbiamo nella Messa. Ognuno di noi deve accettare la linea di Cristo, che non è la linea di un trionfo umano, di chiacchiere e di applausi, ma è il trionfo vero e reale dell'onestà, della rettitudine, della testimonianza di una buona coscienza, del senso di pace che viene dal sapere di aver fatto tutto quanto era necessario. Nella nostra vita in unione a quella del Cristo devono realizzarsi la profonda preghiera, la carità, la pazienza, I'umiltà del Cristo: “dove sono io sarà anche il mio servo”. Meditiamo quindi sulla validità del nostro cristianesimo, che non deve essere né trionfalista né interessato, poiché non si viene in Chiesa principalmente per ottenere delle grazie, ma per realizzare una testimonianza di amore al Padre ed ai fratelli. Deve essere un cristianesimo forte e vigoroso che sa superare le tentazioni, affrontare il mondo in quanto il mondo vuol dire contrasto a Cristo. Ognuno di noi sia dunque il grano di frumento che con il suo sacrificio diventa principio di vita. La fede è la nostra luce, l'amore la nostra perenne forza. Le altre letture sono tratte da Ger (31, 31-34) e da Eb (5, 7-9).

CODICE 73CHW011
LUOGO E DATA Sant’Ilario, 18.3.73
OCCASIONE Calendario liturgico (articolo de “Il Ventilabro) pag 2-3-4
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Scritto (originale non disponibile)
ARGOMENTI Liturgia delle Domeniche di Quaresima
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