At 2, 14. 22-32; Mt 28, 8-15
La fede nella Risurrezione è la fede che salva, rifiutare l’evidenza è segno di malanimo, è segno del rifiuto che la creatura può anche dare al suo Creatore, ma in questo rifiuto sta l’abisso della perdizione. Noi dobbiamo desiderare molto di avere una fede viva, una fede forte, una fede operante; dobbiamo desiderare di corrispondere alle sollecitazioni della grazia, perché la fede è proprio dono di Dio e nella comunicazione con lo Spirito Santo c’è la crescita vigorosa. Dobbiamo vivere di fede, quella fede che deve investire tutta la nostra esistenza. La fede è un atto dell’ intelligenza, ma ancora produce l’adesione del cuore e l’amore, a fede investe tutte le nostre azioni.
Bisogna avere una preghiera di fede; perde ogni valore la nostra preghiera se non è nella fede, se non è espressione di fede, se non è movimento di fede.
Fede nell’Eucarestia dove abbiamo ancora Gesù risorto, Gesù che ha voluto restare, nell’umiltà ancora, nelle specie eucaristiche per essere sempre con noi. “Andate, annunciate ai fratelli” che Gesù è sempre con noi, che Gesù è con mirabile amore, con stupenda pazienza, sempre con noi.
L’Eucarestia è chiamata Mistero della fede, nell’Eucarestia la nostra fede deve esercitarsi potentemente e significativamente. Fede nelle nostre opere di bene, perché dobbiamo fare tutto nel Signore Gesù, per il Signore Gesù; fede nelle nostre gioie, perché le gioie senza la fede conducono all’attaccamento delle cose terrene e impediscono lo spirito vero evangelico di distacco e povertà; fede nei nostri dolori, perché il dolore è insopportabile e non ha senso se non nella fede; fede nella nostra carità, perché dobbiamo vedere in ogni nostro fratello l’immagine di Gesù, quell’immagine che ci porta a perdonare, ci porta a comprendere, ci porta a donare sempre.
Insomma la fede deve muovere tutta la nostra spiritualità; senza fede è impossibile piacere a Dio ed è aumentando la nostra fede che vediamo le cose come le vede Dio, realizziamo una vita presente in funzione di una vita eterna, una vita presente che sia espressione del vero pellegrinaggio che un cristiano deve compiere, ogni giorno un passo, ogni giorno qualche cosa di più, ogni giorno per il Paradiso.
“Il giorno fatto dal Signore” (Sal 117, 24) è tutta la vita, è il giorno fatto per Lui in cui dobbiamo cercare le cose di lassù e gustare le cose di lassù. Sia dunque il nostro proposito aumentare la fede, chiederla allo Spirito Santo, collaborare con la nostra ricerca e meditazione e volere sempre scartare qualsiasi motivo della nostra azione che non sia motivo di fede, perché la fede deve investire tutta la vita del cristiano e niente deve essere senza la fede.
CODICE | 84DOO01360N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 23/4/1984 |
OCCASIONE | Omelia, Lunedì dell’Angelo, Lunedì fra l’Ottava |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | La fede investe tutta la vita del cristiano |
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