At 2,14. 22-32; Mt 28,8-15.
La festa di Pasqua ha l’Ottava, cioè per otto giorni siamo invitati a pregare per ricevere la grazia della resurrezione, per otto giorni siamo invitati ad approfondire le nostre riflessioni.
Il mistero è grandissimo: siamo stati redenti dalla passione e dalla resurrezione del Signore.
E se la passione e la morte di Gesù ci hanno liberato dal peccato, la sua resurrezione ci colma di grazia, ed è una grazia preziosa, ed è una grazia di cui non dobbiamo perdere neppure un frammento perché grande è la nostra unione con Gesù, purché lo vogliamo, grande e magnifica è la grazia che ci comunica.
Perciò dobbiamo affermarci in un desiderio vero di vita cristiana, di perfezione cristiana, perché non ci avvenga che, dopo aver fatto qualche cosa nella Quaresima, entriamo in uno stato di mediocrità e di tiepidezza, quasi a riposarci. Spiritualmente la mediocrità è sempre riprovevole.
Bisogna che con gioia ci abbandoniamo al Signore, che non allentiamo lo sforzo su di noi stessi, particolarmente per conquistare l’abitudine santa di una preghiera devota.
Dobbiamo lavorare molto nella preghiera.
Le donne, di cui abbiamo ricordato la grazia che ebbero, strinsero i piedi a Gesù. Poter toccare Gesù era una grande benedizione perché Gesù, nella sua vita mortale, aveva compiuto il prodigio che chi lo toccava era guarito.
E adesso questo prodigio è anche per noi: se ci impegniamo a pregare bene, lo tocchiamo spiritualmente, e ne riceviamo abbondante grazia, abbondante forza, abbondante amore.
Dobbiamo stare in contatto con Gesù risorto soprattutto nell’Eucaristia, per diventare veri testimoni; dobbiamo trasmettere la sua grazia e perciò dobbiamo riempirci l’anima di una presenza meravigliosa, fortissima, di una generosità che apra sempre il cuore a tutta l’azione di Gesù.
In questa Ottava insistiamo particolarmente sulla preghiera.
Preghiamo bene, preghiamo molto, non stanchiamoci di porre lo sforzo necessario. Bisogna che ci vinciamo, perché la pigrizia, la neghittosità, l’indifferenza sono grandi nostre nemiche.
Stiamo uniti a Gesù, stiamo pronti a corrispondere a tutti i suoi desideri per potere così sanare l’anima nostra e dare all’anima nostra quello slancio, quel fervore, quel trasporto di spirito che ci porti avanti a ci definisca bene nella misericordia di Dio.
CODICE | 89CSO01360N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 27/03/1989 |
OCCASIONE | Omelia, Lunedì fra l’Ottava, “Lunedì dell’Angelo” |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | La preghiera vince la mediocrità |
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