Is 1,10. 16-20; Mt 23,1-12
Siamo richiamati dalla liturgia ad una grande virtù, a una virtù base: la sincerità. Contro gli ipocriti il Signore ha detto delle parole molto dure. Le avete sentite. Ha detto delle parole tremende. Il Signore ha detto delle parole contro i bugiardi che non ha detto contro i ladri e contro gli immorali. Ha detto parole molto dure. E queste parole ci devono fare riflettere fino in fondo. Ci richiamano a una coerenza sostanziale, noi che siamo e ci gloriamo di essere suoi discepoli. Il Signore ha detto di se stesso: “Io sono venuto al mondo per dare la testimonianza alla verità. Chiunque è per la verità ascolta la mia parola”. E poi ha detto: “Io sono la Verità”. E poi, quando si è trovato di fronte al Sinedrio che lo stava giudicando, per la verità è morto. Gli domandò Caifa: “Dunque tu sei il Figlio di Dio?” e dalla sua risposta dipendeva tutto. “Sì” disse Gesù “Io lo sono”. Cos’è la sincerità, allora, se non accettare la verità del Signore e viverla fino in fondo? Sincerità è l’adeguazione della mente alle opere. È la linearità. Il cristiano deve essere sincero e tutte le doppiezze, e tutti i sotterfugi, e tutte le ambiguità così frequenti nel mondo, devono essere rifiutate, categoricamente rifiutate. Sincerità è limpidità di pensiero, è limpidità di azione. Bisogna essere molto sinceri. Sinceri con noi stessi. Ed è la prima base. Uno è sincero quando non si nasconde la propria realtà, quando si riconosce quello che è e si tratta in proporzione. Uno è sincero quando fa dei propositi e li mantiene, perché non vuole essere bugiardo con se stesso. Uno per essere sincero con se stesso deve fare molti sacrifici, ma sono benedetti sacrifici perché danno il carattere, danno la forza, danno la possibilità della testimonianza. Allora uno è sincero anche con chi gli è vicino e con chi non gli è vicino e gli è ostile. Un cristiano sa dunque prendere le sue posizioni. Non parla con facilità. Non promette con leggerezza. Non dice su a un pressappoco. Proprio perché sa che il Signore ci ha dato l’intelligenza per la verità e ci ha dato la parola per comunicare la verità. E noi dobbiamo detestare ogni forma di bugia e di ipocrisia. Ci dobbiamo guardare fino in fondo all’anima allora stasera perché non ci succeda di essere in qualche modo falsi. E la tentazione di essere falsi viene dall’egoismo, viene dall’orgoglio, viene dall’interesse. Uno che ama la verità sa sacrificare fino in fondo. Uno che ama la verità sa essere estremamente generoso. Ecco, è questo che noi ci proponiamo ed è questo per il quale domandiamo l’aiuto al Signore.
CODICE | 75BQQ01341N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 25/02/1975 |
OCCASIONE | Omelia, Martedì II Settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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