At 2,36-41; Gv 20, 11-18.
In questo tempo di Pasqua ancora più evidente è la riflessione che la morte non è l’ultima parola. La morte aspetta una vittoria, la vittoria che Cristo ha fatto e che ripete per tutti quelli che credono in Lui.
Tutti, dalla vita presente, passano alla vita che è eterna e tutti raccoglieranno in proporzione a quello che davanti a Dio hanno seminato. Nessuno può raccogliere ciò che non semina.
È la riflessione perenne che dobbiamo portare con noi per non perderci nelle cose di questo mondo, nelle cose di questa terra, per non illuderci. Che non succeda che la nostra vita sia vuota, che la nostra vita sia insignificante o, addirittura, che la nostra vita possa essere condannata.
Noi siamo raccolti per pregare con affetto per una persona che ha condotto bene la vita: la sua lunga vita è stata un tessuto buono, un tessuto di cose fatte bene, fatte nella fede, fatte nell’amore alla famiglia, nell’amore ai suoi cari, fatte nel sacrificio, fatte nel momento del dolore, fatte nel momento della gioia.
Ecco perché parliamo di eternità, perché una vita condotta bene ci apre il cuore a pensieri soavi sull’eternità. Tutto passa, tutto tramonta: è come un mattino di nebbia e, poi, il sole!
Sia per noi un motivo per insistere sulla nostra fede, per insistere sulle opere della nostra fede perché quando verrà il Signore ci trovi pronti, quando verrà il Signore ci trovi a posto.
Ha detto il Signore: “Io verrò a prendervi e sarò come un ladro che viene quando meno ve lo aspettate” (Cfr Lc 21,34; Mt 24,50). Ognuno ha la sua ora, ognuno ha il suo momento, un momento che deve preparare con tutta la propria vita, che deve preparare con tutte le sue opere buone.
Compiere le opere buone è per noi, dunque, una necessità e una gioia.
Raccogliamoci allora in preghiera per quest’anima, perché il Signore le apra presto il gaudio di una vita senza fine, dove si troverà con i suoi cari che l’hanno preceduta, dove si troverà in una pace e in una serenità perenne, senza tramonto, senza oscillazioni, senza tristezze.
È questo che auguriamo ed è per questo che preghiamo e insistiamo nel pregare.
CODICE | 88D4O01340F |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 05/04/1988 |
OCCASIONE | Omelia, Martedì Ottava Pasqua; funerale |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | |
ARGOMENTI |
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