19/07/1977 - Meditazione Campeggio maschile

Cervatto, 19/07/1977
Meditazione, Martedì XVI settimana Tempo Ordinario

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Es 14, 21-31; Mt 12, 46-50

Fare la volontà di Dio vuol dire credere in lui, vuol dire ubbidirgli, vuol dire sentire la nostra responsabilità di creature, vuol dire non sentirci autonomi, perché è sempre la stessa tentazione che ritorna: noi dimentichiamo quello che siamo.

Egli disse e tutto fu fatto: la sua Parola è creatrice, noi dipendiamo continuamente da lui, noi esistiamo perché lui continua nella sua parola di creazione.

Noi evidentemente, dimenticando questa dipendenza, ci creiamo una posizione di illusione, ci crediamo veramente capaci, veramente arbitri, ma noi arbitri non lo siamo: non lo siamo sul piano della creazione perché non possiamo essere sicuri neanche di un momento, perché tra un momento potremmo non esistere più, ancora meno lo siamo nell’ambito della grazia, perché torna la parola del Signore: “Senza di me non potete far nulla”.

Allora che autonomia è la nostra? Che stupidità è la nostra? Come osiamo offendere il Signore con la nostra bocca mentre lui ce la dà, con i nostri occhi mentre lui ce li dà? Come osiamo disporre del tempo e delle cose come proprietà nostra, quando continuamente ci vengono da lui?

Ecco perché l’inizio della sapienza, dice la Scrittura, è temere Dio. Temerlo non vuol dire aver paura di Dio, ma vuol dire collocare Dio dove veramente è, sentire la nostra dipendenza e la nostra soggezione, sentire che tutto quello che abbiamo è suo.

Torna allora la parabola del Vangelo: voi siete simili a degli amministratori, avete un certo tempo per amministrare questi beni, poi vi si domanderà conto, poi vi si domanderà come avete amministrato. E ricordate come le parabole finiscono: il premio a chi ha amministrato bene, il buio, le tenebre, lo stridore di denti a chi ha amministrato male.

La vita non è allora una piccola cosa, la vita è una grande cosa perché è un’amministrazione, un’amministrazione da cui dipende tutto il profitto, da cui dipende tutta l’eternità

Per cui ripeteremo al Signore: “Signore, io voglio fare la tua volontà, perché nella tua volontà c’è tutta la mia gioia presente e futura. Non voglio essere come un bambino sciocco, che rompe quello che gli si dà perché non ne capisce il valore, non voglio essere come un bambino sciocco, che disobbedisce rovinandosi. Io voglio essere saggio della vera saggezza per essere in comunione con te”. “Coloro che fanno la volontà di Dio sono mia madre e i miei fratelli”: una comunione profonda con Dio, che si ottiene in una saggia amministrazione, in una comprensione del piano di Dio che è giustizia e amore.

CODICE 77GIM0933FN
LUOGO E DATA Cervatto, 19/07/1977
OCCASIONE Meditazione, Martedì XVI settimana Tempo Ordinario
DESTINATARIO Campeggio estivo giovani
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La nostra dipendenza da Dio

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