Mt 11, 25-30
La devozione al Sacro Cuore di Gesù è la devozione del Cuore trafitto, trafitto per i nostri peccati. È il mistero di Dio che si è fatto uno delle sue creature, che si è dato in mano a loro, di Dio che ha preso in sé l’angoscia, il dolore, la solitudine delle sue creature, di quelle creature che hanno scelto queste situazioni, perché hanno scelto la ribellione a lui. Cuore trafitto che ha concepito la potenza come un amore che perdona, quel cuore trafitto che accogliendo il gemito e il dolore di tutta l’umanità ha voluto scontarli in se stesso, che si è dato alla morte per tutti. Si è dato alla morte non solo per qualcuno, non si è dato tregua, ha cercato gli smarriti, si è dato anche per tutti i delinquenti, per tutti i sacrileghi, per tutti gli assassini. Si è dato per tutti e non ha chiesto nulla, se non l’amore.
Vorrei che oggi noi insistessimo in questa meditazione dell’Incarnazione di Gesù, del Figlio di Dio. Vorrei che meditassimo a lungo come l’Incarnazione, come la Passione e la Morte di Gesù non si possono spiegare se non entrando in quel Cuore e mettendoci a quella scuola. Vorrei che noi oggi imparassimo bene che cosa vuol dire amare. Noi diciamo frequentemente a quel Cuore il termine “dolce”, sì, è dolce perché, secondo quanto ridiciamo del profeta, “È stato condotto alla morte come un agnello”, ma è un Cuore tremendo, tremendo per questa sua decisione, tremendo per la logica delle sue opere, tremendo perché non ha risparmiato nulla. Vorrei che noi imparassimo che l’amore vero non si ferma a delle parole, non si ferma a dei sentimenti, non si ferma a certe posizioni. Vorrei che imparassimo che l’amore vero si dona completamente, non si ferma. Vorrei che imparassimo che l’amore vero non misura il sacrificio. Se nella nostra storia, nella nostra spiritualità noi ci siamo fermati, noi più volte abbiamo oscillato, dobbiamo concludere che noi non amiamo veramente, dobbiamo concludere che siamo cristiani da poco, da strapazzo, che siamo cristiani da parata ma non siamo veri cristiani, perché il cristianesimo è la religione dell’amore, proprio perché la Chiesa è nata da quel Cuore trafitto, spalancato, un cuore non spalancato da altro che da un colpo di lancia.
È l’amore dunque che spiega tutto, ma è l’amore che ci rimprovera e, se noi lo consideriamo bene, è l’amore che ci dirà quanta freddezza, quanta indifferenza, quanta stupidità dobbiamo eliminare dalla nostra vita. Troppo poco, troppo male, con troppo poca generosità, forse sta qui tutta la sintesi di quello che noi abbiamo fatto.
Ed è qui allora la prospettiva di quello che dobbiamo fare, di quello che ci resta ancora da fare. Una strada lunga ma una strada che è l’unica, è l’unica che dà la gioia vera; è una strada in salita ma, quando lasciamo in noi entrare un po’ del suo amore, è una strada agevole, è una strada che possiamo percorrere a lunghi passi.
Domandiamo alla Madonna, nella quale si è formato il Cuore di Gesù, domandiamo alla Madonna che c’insegni; lei perciò è la Maestra di chi vuole amare. A questa Maestra noi dobbiamo andare, per capire bene che cosa vuol dire essere stati nel Battesimo uniti come membra a Gesù. Un membro è unito al cuore, riceve il nutrimento dal cuore, palpita col cuore, ecco la logica chiara e forte del nostro Battesimo. Viviamo così, sapendo attingere dal Cuore di Gesù, fonte d’ogni scienza e sapienza, quella vera generosità, quella vera forza che è prima di tutto il capire e dopo è l’agire.
CODICE | 75F5W01338P |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 06/06/1975 |
OCCASIONE | Meditazione |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Primo Venerdì del mese |
© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAP | CREDITS