02/04/1972 - Meditazione Il Ventilabro 1 E risorto per noi

Sant’Ilario, 2.4.72
Meditazione (articolo de “Il Ventilabro) pag 2

È RISORTO PER NOI! Maria di Magdala è rimasta sola vicino al sepolcro vuoto. Piange. “Donna perché piangi? Chi cerchi?”. Ma la voce del Maestro non è riconosciuta. Crede che sia l'ortolano. Solo quando Gesù la chiama per nome tutto si illumina in lei: comprende e adora. Anche i due che vanno ad Emmaus dapprima non lo riconoscono. Egli li raggiunge, cammina con loro, ma i loro occhi non lo scoprono finché non spezza il pane. E ancora i discepoli che pescano sul lago: non subito tutti vedono che è «Lui». Così adesso. Non tutti lo vedono - anche i suoi - e lo riconoscono veramente come il Risorto. Sono solamente quelli che si pongono nell'umiltà di una Fede viva, nella ricerca generosa e pronta. Sono soltanto quelli che accettano la sua Parola con la semplicità dei bambini, che vogliono rinascere e diventare nuovi, acquistare una nuova maniera di vedere e di vivere. La liberazione e la gioia pasquale non sono per coloro che non hanno accettato di entrare nell'Orto degli Ulivi. Per essere nella luce della sua Resurrezione è necessario abbattere la barriera costruita dal nostro egoismo e dalla nostra avidità. Partecipare alla sofferenza di Cristo vuol dire partecipare alla sua «agonia» per il male che è in noi e che è nel mondo; sentire in profondità il tormento per tutte le nostre vigliaccherie, piccole e grandi, di ogni giorno; sentire come proprio il dolore di tutti quelli che sulla terra soffrono ingiustizia e oppressione. Cristo è morto per salvarci dal peccato ed è risorto “per la nostra giustificazione” (Rm 4,25). La causa vera e profonda di tutti i mali che travagliano l'umanità - le persecuzioni politiche e razziali, la fame, le guerre, gli odi ecc... - sta nella ribellione a Dio e nell'egoismo che chiamiamo peccato. Cristo risorto domanda la nostra collaborazione per la lotta contro ogni forma di dissacrazione dell'uomo, contro ogni diminuzione dei suoi diritti. Egli è morto e risorto per salvare «tutto» l'uomo. Il Padre ha sacrificato l’«Unigenito» perché diventasse il «Primogenito» dei fratelli perduti, perché con la sua morte fosse distrutta la nostra morte e perché strappati al potere delle tenebre fossimo trasportati nel regno dell'amore. Mediante la Resurrezione l'umanità del Cristo è divenuta l'organo della presenza salvifica del Figlio di Dio nell'umanità e nell'universo. Nell'Esodo è detto: “Per il Signore fu una notte di veglia quella nella quale li fece uscire dalla terra di Egitto” (Es 12,42). Dio non vuole la schiavitù, “veglia” nella nostra notte, ci chiama, vuole la nostra docilità e il nostro lavoro perché si operi la Pasqua, il “passaggio”, la redenzione di quelli che Lui ha creato.Errore. Il segnalibro non è definito. Nietzsche diceva di aver avuto un suggerimento dal diavolo: “Anche Dio ha il suo inferno: il suo amore per gli uomini”. No, Dio non ha nessun inferno, perché l'inferno è non essere più capaci di amare, mentre Dio è l'Amore. Dio fatto uomo in Gesù ha partecipato per amore al nostro patire e al nostro gioire, perché tutta la vita nostra avesse un senso grande, avesse una dignità divina. L'amore di Cristo, dice san Paolo, preme su di noi, pensando che se uno è morto per tutti, tutti sono morti in quell'Uno. Ed Egli è morto per tutti affinché coloro che vivono non vivano più per se stessi, ma per Colui che è morto e risorto per essi. La nostra Pasqua è appena cominciata.

CODICE72D1M010
LUOGO E DATA Sant’Ilario, 2.4.72
OCCASIONE Meditazione (articolo de “Il Ventilabro) pag 2
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Scritto
ARGOMENTIResurrezione
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