01/11/1972 - Meditazione Il Ventilabro 5 I santi nostri amici

Sant’Ilario, 1.11.72
Meditazione (articolo de “Il Ventilabro) pag 3-4-5

I SANTI NOSTRI AMICI PARLIAMO DEI NOSTRI SANTI Ogni cristiano è santo quando vive la sua Grazia. Nel termine comune però per santi noi intendiamo, come dice il catechismo, quelle persone che hanno praticato le virtù in grado eroico. Sono stati riconosciuti dalla Chiesa come degli esempi e sono presentati dalla Chiesa al nostro culto, alla nostra venerazione. E' giusto il culto dei santi? Dobbiamo ricordare un grande principio, il principio del Corpo Mistico: come tutti noi formiamo un'unica famiglia di cui Cristo è il capo. I santi non brillano di luce propria: in loro brilla Cristo. In loro riconosciamo Gesù, e poiché noi siamo uniti a Gesù, siamo ancora uniti ai santi. Essi sono stati nostri fratelli nel senso più completo della parola, sono strettamente uniti a Cristo e ci amano con il cuore stesso di Cristo. Ed è il primo punto che dobbiamo sottolineare: I'amore che i santi portano a noi. Del resto tutti, avendo praticato le virtù eroiche, si sono immolati per i loro fratelli ed è certo che anche adesso in Paradiso sono per noi. Qualche santo ha sottolineato fin da questa vita l'impegno dell'eternità. Ricordiamo per tutti S.Teresa di Gesù Bambino: “Io passerò il mio Paradiso mandando delle rose sulla terra” diceva nel suo linguaggio di amore sereno, ingenuo e potente. Voleva dire che avrebbe passato il Paradiso ad interessarsi di noi, dei suoi fratelli. I santi ci amano e noi ricordiamo che essi sono molto potenti davanti a Dio: ecco perché noi parliamo dell’”intercessione” dei santi. I santi, amici così vicini a Dio, hanno avuto da Dio delle missioni particolari, dei carismi che ancora adesso esercitano nel Corpo Mistico, nella Chiesa. E' giusto dunque invocarli perché ci amano e perché possono e perché vogliono aiutarci. I santi amano, i santi intercedono, i santi vogliono essere nostri amici. Il Paradiso è fatto di amici e nel Paradiso l'amicizia realizza il suo vertice in una magnifica pienezza. I santi vogliono essere nostri amici, lo vogliono veramente: sta a noi dire di sì e realizzare questa amicizia con loro. Parliamo in particolare di alcuni santi, santi più conosciuti da noi, santi protettori, santi che ci hanno già ottenuto speciali grazie e favori. Chi non pratica il culto ai santi si priva evidentemente di molti aiuti, di molte grazie, più ancora di una preziosissima amicizia, ricordiamolo. I SANTI SONO I NOSTRI AMICI Indubbiamente il nostro orgoglio è molto grande e una parte di responsabilità nella minore devozione ai santi è proprio in questo spirito di orgoglio. E' vero, il Signore è venuto per noi e cerca i peccatori, però come è diverso chi si presenta con un amico a Gesù! Essere devoto dei santi è come presentarsi a Gesù insieme con un suo amico. Così la nostra povertà, la nostra grande miseria viene ad essere come coperta dalle virtù del santo. E' in questo senso che noi parliamo dei santi come nostri intercessori. Non che noi non possiamo andare a Gesù senza i santi o che ci voglia un altro mediatore per il Padre oltre che Gesù Cristo: i santi sono dei nostri amici che ci facilitano l'accesso, che ci facilitano le grazie. E' del resto questa una linea chiara che ci insegna la provvidenza: i miracoli che avvengono ordinariamente il Signore li concede nella intercessione della Madonna e dei santi. E' tanto vero questo che per la Chiesa quando vuole presentare un nuovo santo alla nostra venerazione, e prima della beatificazione e, dopo la beatificazione, prima della cosiddetta canonizzazione - cioè quando il Sommo Pontefice mette nel Canone, nell'elenco dei santi - sono necessari dei miracoli. Questi miracoli dicono dunque una linea: Dio ci ascolta, Gesù è in mezzo a noi, però i benefici ci arrivano così. Ed è orgoglio trascurare questa intercessione, è sentirsi in una posizione in cui non siamo, è sentirsi migliori di quanto effettivamente noi possiamo essere. Si capisce che il culto dei santi non deve cadere in una superstizione, che deve essere accolto in un'anima illuminata. Ma per evitare l'eccesso della superstizione non dobbiamo rifiutare questa preziosa grazia che il Signore ci dà e che è innestata così nella Carità del Corpo Mistico, nella comunicazione di carità che ci viene dal Signore. Perché i santi sono tali nella grande misericordia che Dio esercita per noi. Il Signore ci aiuta direttamente e ci aiuta anche attraverso l’amore dei nostri fratelli più santi e più vicini a Lui di quello che siamo noi. Ecco, I'impegno generoso e forte deve nascere da questa considerazione: amiamo i nostri santi, ricorriamo alla loro intercessione, cerchiamo di essere particolarmente attivi nel considerare le loro virtù. La loro intercessione è possibile perché sono andati avanti, perché sono piaciuti a Dio. Impariamo da loro come si fa a piacere a Dio. I SANTI PROTETTORI Quando siamo stati battezzati la Chiesa ha invocato su di noi il patrocinio di un santo ed anche nel nuovo rito del Battesimo si sottolinea questa invocazione. In realtà, fin dai primi tempi del Cristianesimo i genitori mettevano volentieri ai loro bambini il nome dei grandi martiri, dei “testimoni”, come li chiamavano. Non andavano dunque al piacere o alla moda di un suono, ma preferivano mettere un nome che legasse il bambino ad un grande santo, un grande martire. Così la tradizione si è continuata e la Chiesa raccomanda ai genitori cristiani di mettere ai figli almeno come secondo o terzo nome quello di un santo, che ne diventi così il protettore. Non sia cioè un incontro di un momento ma l'incontro di sempre, perché il nome dovrebbe esprimere questa amicizia che nasce col Battesimo e che diventa cosciente, che si sviluppa e che si afferma, che trova il suo coronamento in paradiso, quando ci incontreremo con il nostro santo protettore. E' questo un primo santo dunque nell'ordine dei nostri protettori, e si capisce che tutto dipende da una nostra scelta, da una nostra volontà. Del resto l'amicizia nasce sempre così: è una libera scelta di due. I santi sono molto buoni, ci ascoltano, sono vicini alla nostra vita, accettano coloro che si offrono come amici: sta a noi. Quindi fra i nostri santi protettori possiamo scegliere quello di cui portiamo il nome; lo possiamo scegliere per aver letto la sua vita, esserci entusiasmati delle sue opere, volere in un certo senso ripetere questa esperienza di cammino verso Dio. Ed è uno stimolo e nello stesso tempo un onore portare il nome di un santo, è un continuo richiamarsi ai suoi esempi, è sentire come un altro del nostro stesso nome sia riuscito e così possiamo riuscire anche noi. Poi i santi protettori possono nascere nella nostra vita da mille altre circostanze: da una nostra esperienza spirituale, da una nostra ricorrenza, da una nostra devozione causata da tanti fatti, e così via. E' molto bello comunque avere i santi protettori, proprio perché sono i nostri veri amici, coloro che intercedono presso Dio, coloro che invocano per noi, coloro che in un certo senso più degli altri entrano in famiglia con noi. Ritorna quello che dicevamo prima: non sottovalutiamo questa nostra amicizia con i santi perché è un fattore importantissimo, è un aiuto grande. Se siamo nel Corpo Mistico è giusto che noi valorizziamo l'unità, I'aiuto, il soccorso, la gioia che ci vengono dal Corpo Mistico. Da parte nostra ci sono perciò alcune cose da fare:  Primo: conoscere la vita dei nostri santi protettori; conoscerla in spirito dì fede, sapendo vedere la loro spiritualità, nel loro tempo, nel loro ambiente, secondo determinate circostanze;  Secondo: applicare a noi questi esempi: noi viviamo nel nostro secolo, nel nostro ambiente e dovremo avere perciò altre forme, ma la sostanza è la stessa; I'esperienza è uguale, sta alla nostra generosità;  Terzo: dobbiamo celebrarne bene le feste perché la festa che si celebra sulla terra è indicata dalla Chiesa, è una festa comune, e perciò è un giorno che deve essere a noi ben caro. Se ci eserciteremo così vedremo come l'amicizia nostra coi santi protettori può diventare veramente un elemento di molta gioia, un elemento che ci facilita il nostro cammino verso il Signore.

CODICE72M0M011
LUOGO E DATA Sant’Ilario, 1.11.72
OCCASIONE Meditazione (articolo de “Il Ventilabro) pag 3-4-5
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Scritto (originale non disponibile)
ARGOMENTISanti
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
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