12/02/1975 - Mercoledi delle Ceneri

Sant’Ilario d’Enza,12/02/1975
Omelia, Mercoledì delle Ceneri

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Gl 2,12-18; 2Cor 5,20 - 6,2; Mt 6,1- 6.16-18

La Quaresima è segnata così fin dalle prime parole di questa nostra liturgia. “Così dice il Signore: Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti”. E la Quaresima è un tempo propizio. A imitazione di Gesù che ha passato quaranta giorni e quaranta notti nel deserto, il popolo cristiano fa un suo deserto, cioè si pone in un particolare stato di silenzio interiore e di riflessione, per confrontarsi con la parola di Dio, per vedere se il proprio cammino procede giustamente, per ritornare al Signore, cioè per realizzare in pieno il nostro battesimo, perché il battesimo è stato la nostra grande unione col Cristo. Lo spirito della Quaresima è perciò uno spirito battesimale. È nel ricordo del nostro battesimo, nel ricordo della grazia che il Signore ci ha dato che noi dobbiamo rivedere la nostra vita e rivederla con umiltà. L’umiltà è amore della verità. Rivederla con sincerità. Il testo che abbiamo letto del vangelo di Matteo ci richiama a questa profonda sincerità. La Quaresima non è una consuetudine e tanto meno dobbiamo ridurla a una formalità. La Quaresima contiene una preziosa grazia: è questa grazia che ognuno di noi deve accogliere nel profonda del proprio cuore. La conversione deve realizzarsi dentro di noi e poi deve essere accompagnata da tutta la logica della nostra vita, da tutti i nostri atteggiamenti. E questa profonda sincerità deve essere modellata su Gesù, il grande penitente. San Paolo nella seconda lettura ce lo ricorda con forza: “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato”, come un peccato. Tutto. Lui che era l’Agnello di Dio, che era l’Immacolato. Ecco la nostra visione della Quaresima. Gesù per primo ha fatto penitenza. Gesù ha avuto tutta una vita penitente. Ha avuto una vita che giustamente è stata chiamata un martirio. Ed è morto sulla croce. Per arrivare ad una vera rivoluzione spirituale, per arrivare a una vera trasformazione noi dobbiamo guardare a Gesù, al suo amore, perché per amore è stato penitente, per amore si è immolato perché noi trovassimo la nostra riconciliazione col Padre. Ed è per questo che vorremo in tutta la Quaresima richiamarci al Crocefisso, leggere il Crocefisso. Suscitare un poco di amore nel nostro cuore in risposta al suo infinito amore. Ed è precisamente in questa prospettiva che noi giorno per giorno potremo realizzare quanto il Signore si aspetta da noi, perché la quaresima è da paragonarsi a una montagna , a una montagna da scalare. “Venite, ha detto il Signore ai suoi tre, venite sul monte”, il Tabor. A pregare. Durante la preghiera si trasfigurò: l’annuncio del mistero pasquale. Ed è a questo mistero pasquale a cui noi ci dobbiamo preparare, proprio salendo, proprio distaccandoci, proprio pregando, proprio facendo penitenza. Cristo è sulla croce fino alla fine del mondo perché fino alla fine del mondo resta il peccato causa della sua Passione. Ecco, la nostra conversione. Come dicevamo ieri sera, una conversione nostra perché ci dia modo di aiutare la conversione dei nostri fratelli. Noi peccatori che porgiamo la mano a degli altri peccatori, che ci sentiamo solidali perché l’amore di Cristo possa veramente trionfare in noi. Ecco, allora, il nostro sforzo, ecco allora il nostro programma: conversione di ogni anima, conversione della nostra comunità, conversione degli uomini in una rettitudine di ascolto, in una forza di volontà, in un impegno generoso e totale. Ed è proprio così che vorremo farla tutta questa quaresima. Vorremo farla bene. E trovandoci così ogni sera, rinnoveremo questi nostri propositi, mediteremo con forza, vorremo proprio gli uni con gli altri aiutarci a penetrare il mistero del Signore e a viverlo per quanto ci è possibile. Il profeta Gioele dice ancora: “Convocate un’adunanza solenne. Radunate il popolo, indite un’assemblea”: ecco la nostra assemblea, la nostra riunione, una riunione per vincere gli ostacoli che sono tra di noi, gli ostacoli che sono dentro di noi, tutti quegli ostacoli che ci impediscono una comunicazione più viva e più vera con la Parola del Signore.

CODICE 75BBQ0134YN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza,12/02/1975
OCCASIONE Omelia, Mercoledì delle Ceneri
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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