Is 49,8-15; Gv 5,17-30
In questo tempo di quaresima dobbiamo insistere sempre nella riflessione del nostro battesimo. È per il battesimo che, non solo ci chiamiamo figli di Dio, ma lo siamo veramente. Dio vuole allora che scopriamo questa nostra dimensione, che riusciamo ad essere meno indegni possibile di quello che è la nostra dignità. Come possiamo vivere veramente da figli di Dio? Quale deve essere il nostro atteggiamento? Ecco, la liturgia di stasera ci suggerisce alcune indicazioni. Prima di tutto arrivare a capire un po’ di più dell’amore di Dio. Tutti i paragoni sono presi per farci capire quanto Dio ci ama. “Si dimentica forse una donna del suo bambino? Ma anche se una donna si dimenticasse io non ti dimenticherò mai”. Dio è amore. La grande rivelazione sta qui. Dirà Giovanni apostolo: “Che cosa è Dio? Dio è amore”. L’essenza di Dio è che è amore. Il salmo responsoriale sottolinea questo amore così grande che sempre perdona: “Paziente e misericordioso è il Signore. Buono è il Signore verso tutti”. Scoprire questa potenza dell’amore di Dio. Capire un po’ di più. Aprire tutta la nostra anima all’invasione di questo amore. È qui dove allora ci viene spontaneo riempirci il cuore della sua carità e corrispondere, che è il vero atteggiamento del figlio. Perché, se il padre ama, che cosa deve fare il figlio se non amare? E l’amore non può essere limitato a un sentimento. E l’amore non può essere qualche cosa così di esteriore o di proclamato. Lo sottolinea Gesù nel vangelo che abbiamo letto. Ecco, cosa fa il figlio? Opera. Come il Padre. L’amore allora non è una visione statica. L’amore vero porta a fare. Il Padre opera per amore, il Figlio opera per amore. Tutti i figli di Dio devono dare testimonianza al Signore attraverso le loro opere buone, attraverso il loro attivismo, che porta alla gloria di Dio. Ed è evidente: “La fede senza le opere è una cosa morta”, ci ricorda san Giacomo. La vera prova dell’amore sta nel fare. E allora, è evidente, il nostro atteggiamento di figli sta in un moltiplicare le nostre opere che dimostrano amore. Se vuoi raggiungere la vita eterna osserva i comandamenti. I comandamenti di Dio sono le indicazioni del Padre. Compiere i comandamenti, cercare che ancora gli altri entrino in questa visuale, entrino e vivano, ecco, sta proprio qui il fondamento della nostra vera spiritualità. Agire. E allora comprendiamo anche la terza indicazione che ci dà il Signore. “Io non posso fare nulla da me stesso”: Gesù in dipendenza dal Padre. Il Figlio di Dio dipende dal Padre suo e sa che la sua gloria, la sua gioia deve essere cercare la volontà di Dio e domandare, ecco il valore della preghiera, domandare al Padre che ci aiuta, poiché il Padre dà lo Spirito a tutti quelli che lo chiedono. “Se voi che siete cattivi date buone cose ai vostri figli, quanto più il Padre darà lo Spirito a chi glielo chiederà”. Volere essere pronti, volere essere generosi è frutto di impegno e di preghiera. E su questo particolarmente insisterete.
CODICE | 75CBQ01343N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 12/03/1975 |
OCCASIONE | Omelia, Mercoledì IV Settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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