03/04/1989 - Omelia Annunciazione Battesimi

Is 7,10-14; Eb 10,4-10; Lc 1, 26-38.

Esulta la Chiesa di Dio che è a Sant’Ilario. Esulta, perché il Signore è buono, e grande è la sua donazione.

Un sentimento di profonda riconoscenza deve essere in tutti i cuori: Dio meraviglioso, sempre! Dio permette le nostre tribolazioni per trarne una gioia ineffabile! La gioia di questa crescita, di questa affermazione di crescita, di questo trionfo di crescita che abbiamo nei nostri bambini.

Cresce la Chiesa, si dilata, e afferma la sua testimonianza di fronte al mondo: la testimonianza dell’amore, gli sposi si amano; la testimonianza di vita, la vita fiorisce meravigliosamente.

Quanto il nostro sentimento di riconoscenza deve tradursi in un fervore rinnovato, in uno sforzo sempre più grande per fare la sua volontà! Farla sempre, farla bene, farla con gioia. Fare la volontà di Dio è la nostra ricchezza, perché sappiamo quanto Lui è misericordioso e magnifico, farla con tanta sicurezza, con una prospettiva serena e grande: Dio, che dà la vita, la conserva, la sviluppa, l’afferma.

Nel battesimo – nostro inserimento in Cristo, nella sua morte e nella sua resurrezione – Cristo nostro salvatore è con noi, Cristo nostro salvatore è per noi e insieme ci conduce fino al Padre.

Entriamo allora in una preghiera di supplica. Vogliamo mettere la nostra preghiera nella sicurezza che ci ha dato Gesù.

Preghiamo perché questi fiori crescano, perché questi fiori producano frutto, perché questi fiori siano veramente la gioia della loro famiglia e la gioia di tutta la Chiesa. Preghiamo! Preghiamo perché ognuno possa raccogliere e possa raccogliere molto; il dono che fa Dio domanda il loro consenso. Preghiamo perché siano sempre entusiasti della loro fede e sappiano servire con amore, sappiano ornare la loro famiglia e testimoniare il vangelo in tutta la loro esistenza.

Realizzare con pienezza, realizzare con testimonianza, realizzare con profondità.

Ecco cosa chiediamo stasera nella preghiera, e vogliamo essere fiduciosi, tanto fiduciosi che, essendo così l’inizio, l’inizio si sviluppi in frutti ancora più belli, ancora più grandi, ancora più santi.