03/06/1984 - Omelia Ascensione

S. Ilario d’Enza, 03/06/1984
Omelia, Solennità dell’Ascensione − Anno A

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At 1,1-11; Ef 1,17-23; Mt 28,16-20,

È una grande festa di gioia: la festa del trionfo di Gesù. È una grande festa di speranza perché il trionfo di Gesù sarà il trionfo ancora di tutti quelli che vivono con Lui. È una grande festa di confidenza, perché sappiamo chi c’è davanti al trono dell’Altissimo: c’è Gesù nostro Redentore, nostro Mediatore, Colui che si è degnato di dirsi il nostro amico. È una festa, questa dell’Ascensione, che ci deve riempire il cuore di sentimenti soavi e forti, perché troppo spesso siamo tentati di sgomento e di dubbio. Siamo tentati, perché la nostra vita è posta così nella tentazione e nella prova, è posta in una linea che solo una fede forte ci spiega e ci conforta.

Abbiamo bisogno di capire che la vita presente deve essere posta così come il Signore ce l’ha chiesta: “Chi vuol venire dietro di me prenda la sua croce e mi segua” (cfr Mt 16,24; Mc 8,34; Lc 9,23). Ed è una sequela che costa, perché dobbiamo essere fedeli, dobbiamo essere fedeli non qualche volta, dobbiamo essere fedeli sempre, fedeli tutti i giorni. Tutti i giorni dobbiamo dare testimonianza al Signore del nostro amore, tutti i giorni dobbiamo compiere le opere di bene e di carità, ogni giorno dobbiamo esercitare la pazienza e l’umiltà. Ogni giorno.

“Solo chi persevererà − ha detto Gesù − fino alla fine, costui sarà salvo” (cfr. Mt 10, 22; Mt 24,13; Mc 13,13). La perseveranza, l’impegno a non desistere mai, a non fare una vita spirituale così a intermittenza, quasi che il Signore dovessimo servirlo solo quando pare a noi o solo quando è facile. Oggi, giorno del trionfo di Gesù, è giorno che ci parla potentemente di questa fedeltà che dobbiamo esprimere in tutti i nostro doveri, nei nostro doveri intimi, nei nostro doveri familiari, nei nostro doveri sociali e nei nostro doveri ecclesiali. Dobbiamo sentire che la fedeltà, che ci è chiesta, è proprio la fedeltà che la Chiesa, Sposa di Cristo, è chiamata a realizzare, una fedeltà di amore, una fedeltà di dono, una fedeltà che è piena di amore, perché non oscilla, non si smarrisce, non si sgomenta.

Alziamo allora potentemente il nostro cuore a Gesù., perché ci dia questa grazia della fedeltà; ci dia la grazia di essere generosi e volenterosi sempre, di fare ciò che la volontà di Dio vuole da ognuno di noi, di farla con prontezza, di farla con totalità e con serenità.

Presentiamo al Signore così la nostra anima perché sia corroborata, benedetta e senta sempre l’entusiasmo di un servizio continuo e fervido nella santa Chiesa di Dio per il bene e la gioia di tutti.

CODICE 84F2O01366N
LUOGO E DATA S. Ilario d’Enza, 03/06/1984
OCCASIONE Omelia, Solennità dell’Ascensione − Anno A
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Fedeltà e perseveranza nella sequela
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