Is 55,1-11; 1 Gv 5,1-9; Mc 1,7-11
“Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza” (cfr. Is 12, 3): è il significato della festa odierna. Gesù si manifesta all’universo come il Figlio di Dio, come la sorgente vera della felicità e del destino eterno dell’uomo. Una meraviglia! La meraviglia della manifestazione trinitaria. Lo Spirito discende su Gesù, Gesù compirà così la sua missione guidato dall’amore infinito della Trinità. Anche noi dalla Pentecoste abbiamo lo Spirito e la missione dello Spirito, noi siamo consacrati dallo Spirito Santo per essere come Gesù e per agire nell’ordine stesso che ha fatto il Signore. Noi dobbiamo vivere la nostra vita sempre in una qualità meravigliosa: la qualità di consacrati. Non possiamo non agire da consacrati perché lo Spirito Santo vuole che tutto sia nella grazia e tutto sia per l’amore. Tutto. Non si è cristiani per dei gesti solitari, non si è cristiani per dei riti posti nel timore, si è cristiani vivendo la grazie e vivendo l’amore. Non basta per un cristiano una certa quale onestà umana. Non basta. Non basta fare qualche cosa così come un gesto, una parola e poi basta. Dobbiamo essere guidati dallo Spirito sempre. È ciò che ci dice potentemente questa festa: guarda, tu sei figlio di Dio. Il Signore ti ha ottenuto sempre, sempre di essere figlio. Devi vivere sempre del suo amore. Tutto in te deve essere soprannaturale. Tutto in te deve essere guidato dalla grazia meravigliosa di Dio. Tutto in te. È qui la fede che vince il mondo. È qui la fede che ci dà la certezza. È qui la fede che ci apre il cielo. Vivere di fede vuol dire vivere sulla sua Parola, vuol dire vivere docili alle ispirazioni di Dio, vuol dire consacrare tutte le nostre azioni come offertorio magnifico al Padre, che ci ha chiamati figli e vuole che viviamo da figli. Guardiamo allora di non accontentarci, guardiamo di non ridurre la vita cristiana a una povera cosa, guardiamo di realizzare potentemente la nostra vita spirituale nella preghiera, nella docilità, nell’umiltà, nella carità, soprattutto nella carità perché è qui che tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo. È il nostro amore. Gli uomini odiano, gli uomini sono egoisti, gli uomini vivono di illusioni, gli uomini del mondo che hanno rifiutato Gesù. Noi dobbiamo vivere dello Spirito che rende testimonianza, perché lo Spirito è la verità. La testimonianza di Dio è maggiore di tutta la testimonianza degli uomini. È la testimonianza di Dio, soggiunge sempre san Giovanni, che ci ha dato il suo Figlio, perché noi salvati da lui fossimo come lui (cfr.1 Gv 5,9). “Cercate il Signore allora mentre si fa trovare. Invocatelo mentre è vicino” (cfr. Is 55,6). Sì, abbiamo tante grazie, sappiamo approfittare. Viviamo nell’amore a Dio, nell’amore al prossimo, nel vero amore al prossimo, non nell’amore delle parole, ma nell’amore delle opere. E allora si verificherà che la nostra vita sarà feconda di bene, perché il Signore agirà con noi, agirà per noi. E la nostra vita sarà in benedizione a somiglianza di quella di Gesù.
CODICE | 85ACO01330N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 13/01/1985 |
OCCASIONE | Omelia, I Domenica Tempo Ordinario - Anno B - Festa Battesimo del Signore |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Consacrati dallo Spirito Santo |
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