07/01/1973 - Omelia Battesimo Gesu

Sant'Ilario d'Enza, 07/01/1973
Omelia, Domenica dopo l’Epifania, Festa del Battesimo di Gesù - Anno B

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Is 42, 1-4. 6-7; At 10, 34-38; Mt 3, 13-17

Ricordiamo il battesimo di Gesù, ricordiamo particolarmente sottolineando tre aspetti. Il primo è segnato dalla Lettura del profeta Isaia. A Gesù si applicano le parole del profeta: “Ecco il mio servo che io sostengo” (cfr. Is 4, 21), Gesù è il servo di Dio. Evidentemente il primo aspetto, che cogliamo nel battesimo, è l’umiliazione di Gesù: si confonde con i peccatori, lui che è venuto a togliere i peccati, si confonde con i peccatori e come loro riceve il battesimo di penitenza; servo, cioè colui che ha voluto compiere la volontà del Padre fino in fondo. Dirà sulla fine della sua vita: “Padre, ti ho glorificato e ho fatto ciò che tu hai voluto. Ora glorificami tu” (cfr. Gv 17, 4-5). Gesù ha accettato l’umiliazione che è propria dei peccatori, per insegnarci quanto noi dobbiamo essere umili, noi che veramente abbiamo peccato, che abbiamo peccato molte volte, che abbiamo dopo tante promesse rinnovato il nostro peccato. E abbiamo peccato nella luce, ben sapendo, non abbiamo peccato noi cristiani nell’ignoranza, abbiamo peccato sapendo di andare contro il Padre e sapendo di tradire il sangue di Cristo. L’umiltà è propria di chi ha peccato. Guardiamo di non essere mai superbi. L’orgoglio si presenta a noi in molte forme, bisogna che stiamo attenti perché è il vizio più diffuso ed è il vizio che dà maggior danno.

Il secondo aspetto che dobbiamo considerare è dato dal discorso di san Pietro. San Pietro parla di una consacrazione di Gesù nello Spirito Santo, san Pietro parla dunque di un battesimo- consacrazione ufficiale di Gesù alla sua missione. Ed effettivamente la grande consacrazione l’umanità di Gesù l’aveva ricevuta nell’Incarnazione, ora è il gesto di presentazione al mondo. Dio consacrò in Spirito Santo, cioè la santa umanità del Signore fu completamente guidata dallo Spirito Santo. Gesù prefigurava nella sua consacrazione la nostra consacrazione battesimale, perché anche noi siamo stati consacrati e il Battesimo è la rinnovazione dell’uomo nello Spirito Santo. Ogni cristiano deve averlo sempre ben presente di essere un consacrato. Che cosa vuol dire se non che siamo non più nostri, da essere guidati dai nostri istinti e dalle nostre scelte esclusivamente umane, ma noi dobbiamo essere guidati sempre dallo Spirito Santo, sapendo di essere figli di Dio e che tutto quello che avviene in noi deve avvenire nel consiglio dello Spirito Santo. Il cristiano sa di appartenere a Cristo e sa di rappresentare Cristo.

Il terzo aspetto segnato nel battesimo è che Gesù inizia così la sua vita pubblica. “Tu sei mio Figlio prediletto, dice il Padre, in te mi sono compiaciuto” (cfr. Mt 3, 17 ; cfr Mc 1, 11; cfr. Lc 3, 22). E Gesù va ad annunciare la buona novella. E Gesù va e non si fermerà più, fino sul Calvario. Tutta la sua vita è donata all’evangelizzazione, non si apparteneva più; sottolineerà l’evangelista: “Non gli davano nemmeno il tempo di mangiare” (cfr. Mc 6, 31), era per tutti. E anche per i cristiani non si può restare sempre in una vita privata. Con la festa dell’Epifania noi chiudiamo la commemorazione dell’infanzia di Gesù e oggi apriamo la considerazione della vita pubblica. Un cristiano non può restare sempre per sé. Indubbiamente ha bisogno di un periodo di formazione, ha bisogno di un periodo di raccoglimento ma a un certo momento, come Gesù, è mandato, perché la prima fase sta qui, per ognuno di noi, da poter meritare l’elogio: “Tu sei mio figlio, l’amato”, poi “Va', va' ai tuoi fratelli. Ecco che l’apostolato non è qualche cosa di aggiunto, è qualche cosa di assolutamente vitale. Riceviamo il Battesimo non solo per noi, riceviamo il Battesimo anche per gli altri. E qui ritorna la nostra riflessione sulla nostra testimonianza e sulle nostre opere di bene, sulle nostre opere di generosità nella Chiesa. Su questi tre motivi possiamo fare la nostra riflessione, desiderando rinnovare nella nostra vita l’idea dell’umiltà, l’idea della nostra consacrazione e l’idea della nostra missione, perché veramente possiamo nella nostra vita ripetere Gesù.

CODICE 73A6O01330N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 07/01/1973
OCCASIONE Omelia, Domenica dopo l’Epifania, Festa del Battesimo di Gesù - Anno B
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Consacrazione battesimale, missione
ARGOMENTI Consacrazione battesimale, missione
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