16/07/1977 - Omelia BV Carmelo Campeggio maschile Imposizione Scapolare

Cervatto, 16/07/1977
Omelia, Sabato XVI settimana Tempo Ordinario, Commemorazione Beata Vergine Carmelo - Imposizione dello Scapolare ad un gruppo di giovani

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1Re 18, 42-45; Gal 4, 4-7; Gv 19, 25-27

La festa della beata Vergine del Carmelo è una festa cara alla nostra Parrocchia, perché è sempre stata la patrona della nostra Parrocchia sotto questo titolo, perciò è una festa che dobbiamo sentire nostra, nostra nel termine più vivo, nel significato più possessivo.

È festa nostra, festa di famiglia, festa di progresso nella famiglia, di attivismo nella famiglia, perché la festa della beata Vergine segna una rivisitazione della nostra fede. Non si può essere indifferenti al progresso della fede in noi e nella nostra Parrocchia.

Vi ricordate: quando noi proclamiamo la Madonna come Madre, c’è l’impegno nostro. Ritorna l’episodio di chi passava davanti all’immagine della Madonna molte volte al giorno e diceva sempre le parole della Liturgia. Chinandosi davanti all’immagine della Madonna, diceva: “Mostraci che ci sei Madre”, ma un giorno miracolosamente quell’immagine parlò: “E tu mostrami che sei figlio”.

L’interrogativo dunque è un interrogativo profondo: quanto siamo figli? Quanto dimostriamo di seguire lei, seguendo Gesù? Lei è la via. Quanto dimostriamo coerenza nella nostra vita cristiana?

La Madonna è l’esempio, perché lei non si è accontentata di gesti e di amare il Signore a parole, l’ha amato a fatti. È inutile che noi moltiplichiamo i gesti, gesti di devozione sì, ma che denoterebbero una falsa devozione, se non fossero confermati e rafforzati e significati dai fatti.

E infine chiediamoci se noi non poniamo una fiducia totale nella Madonna, perché ci è stata data come aiuto, “auxilium” la chiamiamo, l’aiuto, l’aiuto per eccellenza, l’aiuto fervido, l’aiuto per tutti. La chiamiamo “Madre della misericordia”, proprio perché nella sua protezione si manifesta la misericordia di Dio.

“Madre di Gesù, Madre della misericordia, Madre della redenzione”.

Valga dunque questa festa, ad accrescere in noi la tenerezza di figli verso la Madonna, ma ancora la volontà di essere logici e cristiani, di una logicità piena e serena nel fare i nostri doveri, nel fare quello che il Signore ci fa capire nell’intimo, nel fuggire il peccato, perché il peccato ha crocefisso Gesù e ha reso martire la Madonna.

Rinnovando il peccato, noi rinnoveremmo questo gesto, che è proprio il contrario della devozione.

Quindi poniamo senz’altro la nostra volontà, particolarmente chi oggi prende lo Scapolare senta forte nel proprio cuore il richiamo a questa fortezza di devozione. Prendere lo Scapolare non vuole essere semplicemente un atto devozionale, vuol essere un impegno, vuole essere una gioia, vuol essere una garanzia. Una gioia, proprio perché si è di più in lei per il tempo e per l’eternità. Garanzia, perché si è più sicuri di una protezione specialissima e si riceve l’aiuto per essere fedeli.

Sia questo un giorno veramente di grazia, di generosità e d’impegno.

CODICE 77GFO0933EI
LUOGO E DATA Cervatto, 16/07/1977
OCCASIONE Omelia, Sabato XVI settimana Tempo Ordinario, Commemorazione Beata Vergine Carmelo - Imposizione dello Scapolare ad un gruppo di giovani
DESTINATARIO Campeggio estivo giovani
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La Madonna aiuto e via a Gesù
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