11/02/1973 - Omelia BV Lourdes

Sant’Ilario d’Enza, 11/02/1973
Omelia, VI Domenica Tempo Ordinario, Festa B.V. Maria di Lourdes – Anno B

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Lv 13, 1-2. 45-46; 1 Cor 10, 31. 11, 1; Mc 1, 40-45

Nella festa della Madonna di Lourdes noi raccogliamo la Parola della Liturgia, che ci parla di lebbra, ci parla dunque di una malattia terribile, di una malattia contagiosa. E poi ci dice la Parola del Signore: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Io sono venuto a salvare i peccatori”, dove l’indicazione è molto evidente. La lebbra, che noi dobbiamo considerare, è quella malattia per la quale è venuto il Signore, è la lebbra della nostra anima, è la lebbra della nostra società, è la lebbra del peccato.

La Madonna a Lourdes è intervenuta, così come nelle altre grandi apparizioni, per invitare a preghiera e a penitenza per la salvezza dei peccatori. Pensiamo bene: per la penitenza è venuta. E’ venuta a ricordarci una verità, che risulta da tutta la Scrittura: la causa vera e profonda di tutti i mali che sono nel mondo è il peccato, è la ribellione a Dio. La salvezza del mondo sta dunque nella distruzione del peccato, cioè nella vera penitenza, nel richiamo alla conversione, nel richiamo ad operare perché possa avvenire la conversione di tutti i peccatori.

E’ questo, dunque, il significato delle apparizioni di Lourdes. Non è venuta la Madonna così, per essere prima di tutto la guaritrice dei corpi; indubbiamente avvengono dei miracoli anche di ordine fisico a Lourdes, ma il prodigio di Lourdes è il fiorire delle conversioni.

E noi saremo veramente devoti della Madonna, quando opereremo sul serio la nostra conversione, quando ci distaccheremo sempre di più dai nostri peccati, quando con sincerità e umiltà riconosceremo i nostri difetti e quando opereremo per la salvezza spirituale del mondo.

Indubbiamente è giusto insistere sulla fame del mondo, sui disastri che la guerra e l’odio seminano nel mondo; è giusto parlare di una condizione economica più conveniente a tutti gli uomini. Ricordiamoci però che questo non è in primo piano, in primo piano sta la conversione dell’anima, sta l’abbandono del peccato e noi mancheremmo alla nostra missione di evangelizzatori, se dimenticassimo questo, se dimenticassimo che la causa grande sta nel peccato degli uomini, che noi dobbiamo vincere, che noi dobbiamo espiare.

Cos’è venuta a chiedere la Madonna? Questa nostra missione di espiatori. Vedete la vita di Bernadette Soubirous: aveva detto la Madonna: “Io non ti renderò contenta in questa vita, ma nell’altra” e da quel giorno la vita di Bernadette è stata una continua mortificazione e penitenza, si è posta così come vittima per la salvezza del mondo.

E la Vergine l’ha voluta, così, in un apice, in un grande rilievo di santità, proprio perché imparassimo che cosa noi dobbiamo fare. Il mondo è pieno di peccato, il mondo sembra sempre di più immergersi nei peccati, si dimenticano i diritti di Dio, si bestemmia il Signore, non c’è più freno nella vita morale, gli uomini diventano sempre più egoisti e, moltiplicando il loro egoismo, moltiplicano ancora tutti gli altri mali.

La strada è dunque evidente: noi dobbiamo diventare dei veri convertiti, noi dobbiamo realizzare in noi stessi, con umiltà, la nostra trasformazione e poi metterci al servizio della grazia di Dio, perché anche in tutti gli altri trionfi l’amore del Signore, perché questa lebbra detestabile, questo senso di sciocca, di stolta autonomia venga superato nella lealtà e nella sincerità, perché gli uomini capiscano che solo in Dio possono trovare il senso della loro vita. Non è dunque, è evidente, in costruzioni e in strutture semplicemente esteriori la salvezza dell’umanità; quello che del resto ha sottolineato la Madonna anche a Fatima sta in questa purificazione, in questo porci come Gesù nella volontà del Padre.

Nella Messa noi diciamo: “Osiamo dire: Padre nostro”, osiamo dire. Ecco, penetrare bene questa parola, cioè porci come Gesù nella volontà del Padre celeste. Dire il Padre nostro non è semplicemente svolgere un sentimento, il Padre nostro è fare la volontà del Padre come l’ha fatta Gesù. Ecco perché diciamo che ci vuole del coraggio a dire il Padre nostro, perché quando ci poniamo come figli, diciamo al Padre che compia in noi e attraverso di noi tutto quello che è per la sua gloria: “Sia fatta la tua volontà, venga il tuo regno”.

L’invito perciò sta qui: oggi, insieme alla Madonna e nello spirito di figli, recitiamo con un sentimento profondo e con una grande convinzione il Padre nostro, diciamolo con profonda umiltà, sentendo la nostra miseria, ma sentendo ancora la nostra vocazione, che è quella di essere come Gesù fino in fondo, perché anche noi possiamo partecipare pienamente al suo Mistero pasquale di morte e di risurrezione.

CODICE 73BAO01335N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 11/02/1973
OCCASIONE Omelia, VI Domenica Tempo Ordinario, Festa B.V. Maria di Lourdes – Anno B
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE La penitenza per espiare il peccato
ARGOMENTI La penitenza per espiare il peccato
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