28/05/1989 - Omelia Corpus Domini Matrimonio

Sant'Ilario d'Enza, 28/05/1989
Omelia, Solennità Corpus Domini, Matrimonio

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Gn 14,18-20; 1 Cor 11,23-26; Lc 9,11-17. “Il Signore Gesù prese il pane, lo benedisse e lo diede” e la cosa si ripete nei secoli, si ripete per una legge del suo amore, del suo infinito amore. Si verifica ancora oggi: dà il pane che diventa il nostro tesoro, che diventa la nostra vera e autentica speranza; il suo pane che è Se stesso, che è Se stesso in una moltiplicazione magnifica della sua provvidenza, perché abbiamo fame, perché non sappiamo che cosa vale nella vita, che cosa ha un principio di salvezza; non lo sappiamo, e questo mondo è proprio come un deserto. Ecco, la festa che facciamo oggi ha il suo significato qui: esultare, per capire sempre di più quanto è grande il dono, e non essere incoscienti e lasciare tanta ricchezza. Una festa grande, una festa meravigliosa, una festa di comunità, perché è tutta la comunità cristiana che esulta e si trova circondando l’altare e benedicendo Dio che ci ha beneficato così, che ci ha resi sicuri così sul significato della nostra esistenza. In questa cornice, il vostro matrimonio; il vostro matrimonio che vuole riaffermare questa gioia, vuole proclamarla e vuole porre tutto quello che rappresenta l’avvenire – tutto! – nelle mani del Signore, perché sono le mani che hanno dato l’Eucarestia, perché sono le mani trafitte dai chiodi. Avete voluto celebrare il matrimonio in questa festa, perché sapete che non è solo un augurio, è più che un auspicio: è la certezza della sua mirabile provvidenza, del suo ineffabile amore. Cosa vi auguriamo allora? Tre cose. Vi auguriamo che l’Eucarestia sia per voi sempre «pane di vita», che la vostra vita sia profondamente cristiana, da veri discepoli. Pane di vita, perché volete attingere le ragioni della vostra esistenza e approfondire le ragioni del vostro amore, le ragioni della vostra missione, della vostra responsabilità. Vi auguriamo che questo pane sia «pane di forza», che attingiate da Lui ogni giorno quella vera energia soprannaturale che diventa grazia, che diventa testimonianza, che diventa profusione di tante e nuove cose, di tanti e nuovi sentimenti ed affetti. E, ancora, vi auguriamo che sia «pane di gioia», perché il vero cristiano è in una grandissima gioia, perché sa che la sua vita vale per il tempo e per l’eternità, vale per i fratelli e vale per i lontani, vale per tutti. Una vita cristiana dunque realizzata in profondità, e la realizzerete nella preghiera, la realizzerete nella vostra messa, la realizzerete nel vostro dovere quotidiano, la realizzerete nella bontà e nella carità verso tutti, la realizzerete in una sicura e profonda cognizione della volontà di Dio. La gioia è proprio uno dei doni che ci fa l’Eucarestia, perché è con noi, perché è per noi, perché s’accompagna a noi in tutto il nostro cammino. Il cuore della Madonna ha capito profondamente la posizione di Gesù e noi preghiamo la Beata Vergine di darvi questa profonda comunicazione, di darvi la serenità e l’energia di ogni giornata. Noi preghiamo la Madonna perché possa darvi il gusto dell’Eucarestia, la vera serenità della vita, la vera pace del cuore, per voi, per quelli che vi sono cari, per tutti.

CODICE89ETO01337E
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 28/05/1989
OCCASIONE Omelia, Solennità Corpus Domini, Matrimonio
DESTINATARIO Comunità parrocchiale, sposi
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTIEucaristia «pane di vita», «pane di forza», «pane di gioia»
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