Ez 34, 11-12. 15-17; 1 Cor 15, 20-26. 28; Mt 25, 31-46
MESSA ORE 8, 30
La sua regalità,la sua magnifica regalità. “Egli”, aveva detto il profeta, “sarà il Re dei re, il Signore dei signori” (Ap 19, 16). E ancora il Salmo aveva predetto: “Ecco tu avrai nelle tue mani tutte le genti, davanti a te si prostreranno con la faccia a terra i popoli” (cfr. Sal 86, 9).
Vorrei che sotto l’immagine della regalità, è un’immagine umana, noi potessimo contemplare un momento il mirabile volto di Cristo, nel quale desiderano contemplare gli angeli. Vorrei che noi capissimo quanto è bello, ma soprattutto quanto è necessario rimanere con lui, rimanere nella sua obbedienza, rimanere nel suo amore. Cristo è il principio e il termine, lui è tutto: è tutto per ogni anima, è tutto per tutte le anime; senza di lui anche le cose belle scolorano, senza di lui tutto perde il suo senso e il suo significato. Cristo ci è necessario per ogni valore; nessuno può resistere a lui, nessuno può far senza di lui, anche quelli che lo negano, se vogliono avere qualche valore devono prenderlo da lui, anche quelli che lo rifiutano, se vogliono intessere un discorso di salvezza devono richiamarsi a quello che lui ha detto.
La sua regalità è questo prorompere dell’amore di Dio. Avete sentito, l’immagine del re posta, così, nell’immagine del pastore. L’immagine del re. Commenta l’apostolo Paolo: “Egli si è reso niente, fatto obbediente per noi fino alla morte di croce” (Fil 2, 8).
Ecco, Cristo Signore è la manifestazione piena dell’amore di Dio, dell’amore di Dio che cerca tutti, dell’amore di Dio che è aperto a tutti, dell’amore di Dio che vuole la salvezza di tutti, dell’amore di Dio che va in cerca della pecora smarrita, dell’amore di Dio che è la consacrazione di tutto quello che l’uomo può fare, di tutto quello che l’uomo può compiere nel bene.
Per questo, vorrei che la nostra riflessione si ponesse in punti precisi.
Riconosciamo Cristo come la Verità. Non ha detto: “Io vi do delle verità”; ha detto: “Io sono la Verità” (Gv 14, 6). Accogliere Cristo è allora accogliere la sua rivelazione, essere persuasi fino in fondo che la sua dottrina è la dottrina della salvezza, perché ha detto lui: “Le mie parole non sono mie, ma sono del Padre che mi ha mandato” (Gv 12, 49). Avere la certezza di quello che lui ci ha detto e rifiutare quelle che sono le pretese verità, che sono fuori di lui o contro di lui. “Chi non è con me”, ha detto, “è contro di me” (Lc 11, 23). Un approfondimento allora di verità: Cristo ci dà le vere, le uniche cose che devono sorreggere il nostro discorso, che debbono guidare il nostro pensiero.
Cristo Amore. Ecco, capire come l’amore di Gesù è l’amore per la nostra gioia. Chi ama non pensa a sé; lui non ha pensato a sé, è morto di amore sulla croce. Cristo Gesù ci insegna ad amare, ad amare il Padre, ad amare il nostro prossimo, particolarmente quello più bisognoso. Avete sentito il testo del Vangelo di Matteo: “Io avevo fame” (cfr. Mt 25, 35), ecco, vedere il suo amore, riconoscere il suo amore, riconoscere la sua presenza. Egli è presente nel mondo per salvare tutti gli uomini, dobbiamo vedere dov’è e dobbiamo onorarlo e seguirlo dove è.
E ancora: Cristo Signore, il nostro servizio. La religione, diciamo, è un dovere, un dovere-amore ma un servizio. Non è Dio che deve servire noi, siamo noi che dobbiamo servire Dio. Il Signore Gesù vuole delle anime coraggiose; sono rifiutate da lui le anime timide, le anime paurose, coloro che vogliono minimizzare la sua dottrina e il suo amore, che vogliono presentare un cristianesimo a dimensioni ridotte. Il cristiano sa di dovere nel mondo dare qualche cosa, sa che ha il compito di guidare gli altri, perché lui ha detto: “Voi siete la luce del mondo, voi siete il sale della terra” (Mt 5, 13-14). Il cristiano ha la sua responsabilità di testimonianza, una responsabilità piena e totale. Dobbiamo prendere via dalla nostra vita tutte le viltà, tutte le stanchezze, tutte le paure. Dobbiamo proclamare a faccia alta, con il cuore ripieno di carità, dobbiamo proclamare il messaggio evangelico e dobbiamo far sì che tutto sia nella luce di Cristo, le cose private e le cose pubbliche, tutto in Cristo, tutto per Cristo, perché lui, solo lui può essere la salvezza! La salvezza non nasce da delle costruzioni dell’uomo, non nasce da delle teorie dell’uomo, non nasce! Nasce da lui, dal suo cuore.
Ecco allora che ci vuole coraggiosi, che ci vuole forti, che ci vuole coerenti, che ci vuole preparati.
La festa della regalità del Signore, che chiude quest’anno liturgico, è proprio in questo senso, in una prospettiva molto precisa. La festa di Cristo Re racchiude un po’ tutte le feste, proprio perché indica in Cristo il centro, il centro cui tendere, il centro cui fare convergere tutti i valori, in Cristo, per Cristo.
Ecco, sarà questa la nostra riflessione, perché così in lui ogni cosa viene benedetta, in lui tutte le cose che vengono poste sono veramente per la redenzione, la redenzione del suo amore, la redenzione di questa terra, liberazione dell’uomo, la redenzione della gloria dell’eternità.
meSSa matrimonio
Oggi è la festa di Cristo Re e la festa ci suggerisce pensieri forti e pensieri belli, ci suggerisce sentimenti, che ben si prestano a ricordare agli sposi la loro scelta e a formulare loro gli auguri. A ricordare una scelta: la scelta della loro vocazione cristiana, per cui, venuti qui davanti all’altare del Signore assumono un impegno non solo umano, ma cristiano, non solo confinato nella realtà dei valori umani, ma di quei valori che Cristo ci ha dato e che sono perenni, e che sono magnifici e che sono veramente alla base di una profonda gioia.
Cristo Signore è al principio e al termine di ogni cosa buona, poiché il Signore è il centro, il Signore è il sostegno, il Signore è la guida. Senza di lui la nostra vita perde il suo senso, il suo significato; senza Cristo noi non sapremmo perché viviamo, noi non sapremmo perché lavoriamo o perché moriamo. Cristo dà un senso profondo a tutte le cose.
Ecco, è nel nome di Cristo che voi fate il Matrimonio e questo nome di Cristo vi accompagni per tutta la vostra esistenza: è il nostro augurio. Augurandovi la felicità, augurandoci che voi possiate essere sempre circondati così, dall’affetto di tutti quelli che vi vogliono bene, augurandovi che la vostra vita scorra così nella benedizione di Dio, noi vi auguriamo proprio questo: Cristo conosciuto, amato e vissuto. Noi vi auguriamo ogni bene, perché vi auguriamo lui, che sa lenire il dolore, che sa dare alla gioia il suo significato perfetto, che sa dare ad ogni cosa il conforto. Guardate al Signore Gesù, sempre, in ogni momento; guardate a lui perché la vostra fede, che vi ha condotti qui, sia sempre la fede che muove tutto. Che la vostra vita così, posta nelle mani di Cristo, sia veramente una vita serena e forte nel nome e nell’amore suo.
CODICE | 75MOO0133ZE |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 23/11/1975 |
OCCASIONE | Omelia, XXXIV Domenica Tempo Ordinario, Solennità Cristo Re - Anno A - Messa ore 8, 30 Fidanzamento e Matrimonio |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Cristo Re e Pastore |
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