26/11/1978 - Omelia Cristo Te Fidanzamento

Sant'Ilario d'Enza, 26/11/1978
Omelia, Domenica XXXIV Tempo Ordinario, Solennità di Cristo Re - Anno A - Fidanzamento

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Ez 34, 11-12. 15-17; 1 Cor 15, 20-26. 28; Mt 25, 31-46

Questa festa, che è posta al termine dell’anno liturgico, è posta con sapienza come a sintesi di tutto quel processo di conoscenza e di amore, al quale siamo stati invitati durante l’anno.

Gesù è il centro, è lui al quale converge tutto, è lui il re dei re, il Signore dei signori, è lui. Ed è per questa centralità che ritornano le parole di san Paolo: “Chi non ama il Signore Gesù sia anatema”, chi non lo ama. E ancora il Salmo: “Ti contemplerò nel tuo santuario, per vedere la tua potenza e la tua gloria”. È proprio una contemplazione particolarmente di amore, della potenza dell’amore che lo ha portato fino sul Calvario, lo ha portato a continuare il Calvario in ogni Messa, l’amore così potente che ha trovato il modo di restare tra i suoi fino alla fine dei secoli nell’Eucarestia, l’amore per il quale noi chiamiamo questo re il nostro pastore, perchè la sua regalità è un amore diffuso, un amore che, come aveva predetto Ezechiele, si fa tutto a tutti e va in cerca della pecora perduta, riconduce all’ovile quella smarrita, fascia quella ferita e cura quella ammalata; una regalità che è dono continuo e Gesù stesso ha sottolineato questa sua opera: “Le mie pecore conoscono la mia voce”. Il Buon Pastore dà la vita per le sue pecore e non manchiamo di nulla, perché lui ci rinfranca e ci guida per il giusto cammino. Il nostro cammino è per amore del suo nome, per questo nulla fa angosciare i suoi, anche quando la valle si fa oscura, il tramonto dunque si avvicina, non si teme alcun male, perché lui è con noi, il suo bastone e il suo vincastro ci danno sicurezza.

È nella contemplazione di questo amore forte e umile, di questo amore generoso fino in fondo che noi sentiamo la presenza di Cristo in mezzo a noi, nella sua Chiesa, questa presenza per cui lui non è solo un ospite, lui si identifica con gli uomini, tanto è vicino, tanto è partecipe. Si identifica. Si identifica con chi soffre particolarmente e il giudizio è proprio qui: chi rifiuta il sofferente o il bisognoso, rifiuta lui.

Tutta la dinamica di una vita cristiana è posta allora da lui nell’amore, nell’amore al Padre come valore assoluto e primo, e nell’amore al prossimo, perché è simile a quell’altro amore. È vicino, si identifica perché lui è il re che è rifiutato, è stato rifiutato e posto al margine dalla società del suo tempo e così, per tutte le generazioni, gli uomini hanno rigettato il suo giogo di amore e anche la nostra società è in questo rifiuto. E’ per questo che ci sono le ingiustizie, è per questo che ci sono le oppressioni, è per questo, perchè gli uomini non vogliono riconoscere lui e seguire la sua legge.

Ed allora noi oggi dobbiamo riaffermare il nostro amore al Signore, un amore che voglia essere simile al suo, perché il vero amore si ha solo quando è partecipazione di lui, quando sa di lui, quando è estensione del suo amore. Riaffermare perciò la nostra volontà di obbedienza, la nostra volontà di opere, la nostra volontà di contemplazione, sì, parlo di contemplazione perché Cristo va contemplato come modello, come colui che dà a tutti la possibilità di realizzarsi.

Contemplare lui, rimanere uniti a lui senza paure e senza oscillazioni, senza compromessi e senza forme di viltà, perché noi apparteniamo a lui e lui ci partecipa la sua regalità, che è vittoria: “Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è?”

Ecco, se il cristiano rimane unito a Cristo, è lui che vince. La sua risurrezione non è fatta per essere solo sua, la sua risurrezione è fatta perché sia anche nostra. Di qui la vittoria sul peccato e sulla morte spirituale e ancora sulla morte fisica. È necessario che egli regni, finché non abbia posto tutti i nemici sotto i piedi, l’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte e poi il trionfo universale di Dio, il trionfo cosmico. Tutto gli sarà sottomesso, perché “Dio sia tutto in tutti”.

Ecco, in questa meditazione sia per noi un nuovo, forte, grande motivo di progresso, di affermazione spirituale contro tutte le forme di tentazioni e di debolezze.

CODICE 78MRO0133ZD
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 26/11/1978
OCCASIONE Omelia, Domenica XXXIV Tempo Ordinario, Solennità di Cristo Re - Anno A - Fidanzamento
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Cristo Re
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