29/04/1984 - Omelia Domenica Albis

Sant'Ilario d'Enza, 29/04/ 1984
Omelia, II Domenica Tempo di Pasqua, Domenica «in Albis» – Anno A; Fidanzamento

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At 2, 42-47; 1 Pt 1, 3-9; Gv 20, 19-31.

E Tommaso credette, credette perché incontrò, credette perché ebbe l’esperienza di Gesù e Gesù dice che questa esperienza, ma più meritoria, più forte ancora si deve verificare per ogni cristiano, un incontro di fede col Signore risorto, un incontro che colma l’anima nostra di commozione e di fortezza, di gioia e di energia.

Ogni cristiano deve incontrare il suo Signore, perché ogni cristiano è amato. Il Signore, morto per noi, per ognuno di noi, è risorto per ognuno di noi; è risorto e vuole incontrarci e ci dà la grazia di questo incontro, di questa esperienza che avviene nella fede viva e forte, nell’abbandono totale alla volontà di Dio. Oh, come dobbiamo vincere ogni nostra pigrizia! Perché siamo tanto faticosi? Perché misuriamo a gocce quello che diamo al Signore?

Lo sappiamo bene: la fede è un dono di Dio ma sta a noi renderla una nostra conquista, la conquista della nostra ricerca, la conquista della nostra generosità, questo aumento forte e vivo di ogni giorno, questa nostra letizia che in Gesù possediamo tutto, che Gesù è la nostra mirabile ricchezza. La vita con Lui è sempre preziosa, sempre perché, questo è il mirabile, qui esperimentiamo le meraviglie del suo amore. Ogni nostra opera, toccata da Lui, è trasformata, ogni nostro sacrificio ed ogni nostra gioia sono vivificati da Lui, resi suoi, come fosse Lui ad operare, come Lui ancora su questa terra compisse ciò che a noi ha dato di compiere.

Oh sì, quando il cristiano soffre è Cristo che soffre in Lui; quando gioisce, la sua gioia è quella di Gesù; quando lavora e compie il suo dovere, è Cristo Signore che dà dignità e merito. Un cristiano allora ha la sicurezza di essere un risorto, perché le sue opere non sono buttate via, non sono compiute e restano solo un ricordo, le opere sono degne di vita eterna. Dunque, con quanta alacrità, con quanta forza di entusiasmo dobbiamo vivere la nostra vita cristiana! Come dobbiamo impegnarci perché la nostra vita non sia incolore e scialba, non sia così insipida e si perda come acqua buttata per terra! Vivere con intensità la nostra comunione con Lui!

L’incontro con Gesù non è e non deve essere un incontro fugace, è un incontro che resta, è un incontro che dà senso alla vita, è un incontro che la trasforma, è un incontro che ci dice come la nostra esistenza ha un enorme valore perché, quando viviamo con Cristo, viviamo come membra di Cristo; innestati nel suo Corpo, abbiamo la sua stessa vocazione, abbiamo la sua stessa missione. Come Cristo ha donato se stesso per la gloria del Padre, così deve essere per noi e in questo troviamo la nostra grande dignità, la nostra gioia più vera, il senso del nostro tempo messo in Dio, trasformato in una eternità di pace.

CODICE 84DUO01361D
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 29/04/ 1984
OCCASIONE Omelia, II Domenica Tempo di Pasqua, Domenica «in Albis» – Anno A; Fidanzamento
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Nella fede l’incontro con Gesù Risorto e il senso della vita
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