At 5,12-16; Ap 1, 9-11. 12-13. 17-19; Gv 20, 19-31.
La gloria della Risurrezione è la nostra gloria. È una gloria che è fondamento di tutta la vita, perché Cristo è veramente risorto. È risorto per noi, per dare alla nostra vita una certezza, la grande certezza, per dare alla nostra vita un’immensa speranza: “Se Cristo è risorto, anche noi risorgeremo” (Rom 6,5).
La nostra vita ha un significato profondo e meraviglioso. La nostra vita non s’infrange, la nostra vita si trasformerà. Noi non speriamo nelle cose che passano, noi speriamo nelle cose che restano. Quelli che non hanno la fede nella risurrezione del Signore sperano in tutte quelle miserie che agitano l’uomo e che lo tormentano. Senza Cristo la vita diventa un tormento senza perché, senza significato, senza una indicazione.
La nostra vita, basata sulla Risurrezione di Gesù, si realizza nell’amore, nel vero amore, quello che viene dal Signore e non quello che viene dall’instabilità del cuore umano. Ci ha dato il potere di amare nello Spirito Santo.
Lo ha detto subito: “Ricevete lo Spirito Santo”. Così la vita del cristiano, del battezzato, diventa un movimento di fede, un tripudio di speranza, un’esplosione di carità.
Anche a noi tutti, Gesù ripete quello che ha detto a Tommaso: “Toccami, stendi la mano! (cfr. Gv 20, 27). Toccami, perché toccarmi è toccare la vita stessa, è immergersi nel mistero di una magnifica realtà”.
Vogliamo augurare ai nostri sposi questa ricchezza di fede e di amore. Vogliamo augurare loro di mettere nella vita di ogni giorno questa idea-forza, questa meraviglia d‘idea, questa sicurezza: il Signore dà grande significato alla nostra vita, al nostro amore, alla famiglia cristiana. Una meraviglia! La meraviglia per cui il cristiano sa di possedere delle cose che sono sempre, in ogni giorno, vive e forti.
Non tramonta l’amore cristiano perché è posto in Lui e Lui è l’eterno. Lui è colui che dà ogni giorno un preciso senso, una individuabile realtà, la realtà delle cose celesti, delle speranze celesti.
Noi vi auguriamo quindi di vivere una vita da risorti, una vita nella luce della Risurrezione del Signore, di avere questa grande, meravigliosa forza dentro di voi.
Sposarsi è una responsabilità. Sposarsi è un compito. Sposarsi è realizzare una missione. Il cristiano accetta volentieri e non in un sogno passeggero ma nella vera sicurezza che il Signore è sempre con noi, che il Signore ci fa toccare il suo corpo dove ci sono i segni delle ferite. Noi siamo nelle sue sante mani, nelle mani che sono state inchiodate alla croce per noi.
Ripetiamo perciò con Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!” e possiate tutti i giorni, in questa certezza di fede, realizzare la vostra gioia, maturare la vostra responsabilità, realizzare in pienezza la chiamata di Nostro Signore.
CODICE | 86D5O01361E |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza 06/04/1986 - |
OCCASIONE | Omelia, II Domenica Tempo Pasqua, «in Albis» – anno C – Matrimonio |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | |
ARGOMENTI |
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