At 4,32-35; 1Gv 5, 1-6; Gv 20,19-31.
Gesù risorto appare e non solo augura la pace, la dà; la dà piena, la dà magnifica e per i secoli si ripete.
Quando c’è Gesù, c’è la vera pace; quando non c’è Gesù, c’è il buio e l’incertezza.
“A vedere Gesù i discepoli gioirono” ed è significativo. Il segreto della gioia è nella fede, nell’unione con Gesù. Gli uomini, purtroppo, cercano in modo sbagliato la gioia. La cercano nelle loro passioni, la cercano nei loro capricci, la cercano nel ravvoltolarsi nel fango del peccato; la cercano disperatamente, la cercano nelle cose più assurde, nelle situazioni più sbagliate, nella frenesia del piacere.
Noi dobbiamo ben pensare qual è la nostra ricerca: se abbiamo capito fino in fondo che è nel Signore la sorgente di ogni pace, è in Lui. Il sentimento della nostra piena adesione è nel senso del nostro dovere, dell’opera che ci è stata data da fare, perchè ognuno di noi ha la sua missione, una missione di bontà, una missione di dono, una missione di comprensione. Ognuno di noi ce l’ha.
“Sia fatta la tua volontà”, diciamo sempre. È proprio la sua volontà il nostro impegno di tutti i giorni, la vittoria della nostra fede di cui ci ha parlato san Giovanni apostolo.
La nostra fede: sorgente della nostra forza, sorgente della nostra vera affermazione.
Davanti a Gesù risorto dobbiamo interrogarci per eliminare la ricerca di tutte le false gioie, di tutti i facili contorcimenti del nostro egoismo. Di fronte a tutte le nostre smanie, dobbiamo aumentare la nostra fede aumentando così la nostra sicurezza, la nostra serenità di fronte a tutta la problematica della vita.
Essere con Gesù, vivere con Lui, partecipare così alla vita sua, al trionfo della sua risurrezione.
In questa Domenica dell’Ottava di Pasqua dobbiamo porre un grande principio: cercare solo in Dio, nella sua volontà, nei suoi doni la nostra pace e la nostra gioia. Ed essere sempre più persuasi che il peccato è proprio la negazione di ogni gioia, il peccato è un inganno, è una bugia suggerita dal diavolo; il peccato è nemico di Dio e l’infinita gioia che è Dio non può raggiungere l’anima quando l’anima si ferma, quando l’anima vuole accontentarsi del peccato.
Quindi: più grazia per avere più gioia; più senso del nostro dovere per avere la vera pace del cuore; più generosità verso gli altri perchè l’egoismo ci chiude e la chiusura è nemica della gioia.
Così, umilmente; così, fortemente.
CODICE | 88D9O01361N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 10/04/1988 |
OCCASIONE | Omelia, II Domenica Tempo Pasqua; “in Albis” – Anno B |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Nella volontà di Dio è la nostra gioia |
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