11/04/1976 - Omelia Domenica Palme

Sant’Ilario d’Enza, 11/04/1976
Omelia, Domenica delle Palme

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Is 50,4-7; Fil 2,6-11; Mc 14,1 – 15,47

Quello che noi possiamo ricambiare è una piccolissima cosa, ma quella piccolissima cosa ci dev’essere sempre. Questa settimana santa noi dobbiamo partecipare con Gesù, il dono che possiamo fare a Gesù sta qui: nel rivivere in noi stessi la sua passione, nell’unirci strettamente a lui, nel meditare i suoi dolori. I suoi dolori li dobbiamo sentire come nostri, i suoi dolori, offerti per la salvezza del mondo, domandano la nostra collaborazione. Tanto più che noi siamo peccatori, e in quello che ha subito Gesù ci siamo sempre anche noi, perché noi lo abbiamo baciato con Giuda, perché noi lo abbiamo tradito con Pietro, perché noi lo abbiamo abbandonato con gli apostoli, perché erano proprio i nostri peccati quelli che crocifiggevano Gesù, perché eravamo proprio motivo della sua sete, quando domandava l’amore e domandava le anime. Non possiamo mai restare spettatori quando in tanta parte abbiamo dato anche noi, i nostri peccati sono la vera causa della morte di Gesù e non possiamo addossare tutta la colpa a quei poveri Giudei presi dalla stoltezza del loro orgoglio; noi sentiamo che Cristo è morto per tutti gli uomini e tutti i peccatori sono stati la causa della sua agonia, della sua sofferenza, della sua morte. Partecipare con Gesù vuol dire allora sentire come Gesù è tutto e come tutto quello che fa Gesù è nostro. I suoi dolori ci appartengono, è per questo che non possiamo negargli nulla, tutto deve essere per lui, tutto il nostro pensiero, tutti i nostri desideri, tutte le nostre aspirazioni, tutti i palpiti del nostro cuore, se scoprissimo anche solo una fibra del nostro cuore che non si muove per lui, la dovremmo strappare; tutto per Gesù perché lui ha fatto tutto per noi. Sentiamo allora la sua passione, nella sua significazione più profonda, la passione nostra, quella passione che dobbiamo vivere, che dobbiamo accettare, quei limiti, quelle lotte, quelle penitenze, quegli sforzi di virtù, quella pazienza, quel prodigarsi per il prossimo. Ecco, tutto dev’essere in quest’ordine: una risposta di carità per il Signore, una risposta di vero amore, che vuole unire a Gesù quanto facciamo, che vuole compiere la passione del Signore con la sofferenza nostra. Impegniamoci dunque in questa meditazione forte e viva, guardiamo sempre il crocifisso come abbiamo detto, guardiamolo con molto amore e con molta invocazione.

CODICE 76DAQ0135XN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 11/04/1976
OCCASIONE Omelia, Domenica delle Palme
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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