13/11/1983 - Omelia Domenica XXXIII Ord

Sant'Ilario d'Enza, 13/11/1983
Omelia XXXIII Domenica tempo ordinario Anno C

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Lc 21, 5-19

Due pensieri devono dominare oggi la nostra riflessione. Il primo è un senso grande di riconoscenza al Signore. Oggi si celebra la giornata del ringraziamento, particolarmente per i frutti della terra. Pensiamo a Dio nostro supremo benefattore, al quale tutto è dovuto, dal quale viene ogni bene. Il senso della riconoscenza è un dovere, la gratitudine fa parte della virtù cardinale della giustizia: sentire come il Signore è buono, come il Signore ci dona continuamente, anche se noi siamo peccatori e ripetiamo i nostri peccati con ostinazione e con leggerezza. “Dio fa sorgere il sole sui buoni e i cattivi”, perché è infinita bontà. Noi lo benediciamo.

Il secondo pensiero è insistente nella liturgia: il pensiero che un giorno noi dovremo dar conto al Signore di tutto quello che costituisce l’amministrazione della nostra vita: il giudizio di Dio ci deve preoccupare e deve essere un motivo di tanto esame di coscienza. Perché allora, quando saremo davanti a Dio, non varranno le scuse e non varranno le furberie che abbiamo adoperato con gli altri durante la vita. Lì apparirà il vero bene e il vero male, lì saremo giudicati per quello che in realtà abbiamo fatto. Troppo spesso noi rimandiamo, troppo spesso ci accontentiamo dell’apparenza, e siamo così stolti che accumuliamo le giornate vuote e fatte solo per motivi umani. Ma Dio premierà unicamente ciò che è stato fatto per Lui, perché Lui ci ha ben insegnato, ci ha dato la sua parola e un cristianesimo vero è quello che rinnova proprio in pieno la vita stessa di Gesù. Non c’è un cristianesimo fallace e ingannatore, non c’è il modo di fuggire. Perché troppo spesso uno si modella il vangelo secondo la propria opinione, secondo la propria testa, secondo il proprio capriccio. Non ci sono tanti cristianesimi: c’è un solo cristianesimo, unico, quello del vangelo e quello che ci presenta la chiesa. Non vale davanti al Signore il nostro sforzo di adattare, di cambiare. Se davanti agli uomini cerchiamo di fare bella figura, davanti a Dio siamo condannati, se non facciamo con rettitudine e con generosità e con amore quello che dobbiamo fare. Il pensiero del giudizio di Dio ci animi allora a correggere ciò che deve essere cambiato, a far meglio ciò che già facciamo di bene, a utilizzare bene il tempo, perché ora il Signore ce lo dà questo tempo, ma non sappiamo per quanto ce lo darà e non sappiamo quali grazie Lui ci elargirà. Impegniamoci dunque con molta umiltà, ma anche con molta forza.

CODICE 83MCO0133WN
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 13/11/1983
OCCASIONE Omelia XXXIII Domenica tempo ordinario Anno C
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Uso del tempo
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