04/01/1091 - Omelia Epifania

Sant'Ilario d'Enza, 04/01/1981
Omelia, Domenica Solennità dell’Epifania

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Is 60, 1-6; Ef 3, 2-3. 5-6; Mt 2, 1-12

“Siamo venuti per adorarlo” (Mt 2, 2). È sempre così per le anime che possiedono la fede e, nella fede, trovano la gioia dell’adorazione. Parlo di gioia, la gioia che è segnata benissimo nella Liturgia di questa domenica, la gioia di riconoscere la grandezza di Dio e di dare a Dio tutti noi stessi, una gioia profonda, la gioia del dono, sapendo bene come è giusto dare a Dio, come il dono a Dio è il più bel dono a noi stessi e agli altri, perché ci mettiamo nella giusta posizione, nella posizione di verità e la verità è il possesso che dura per sempre. Darci a Dio, darci a Dio fatto uomo per noi, darci a Dio che si mostra nella sua umanità così amabile, così buono e ci invita a confidare in Lui, a porre tutto nelle sue mani.

“Aprirono i loro scrigni e gli offrirono …”(Mt 2, 11). Dobbiamo far sì che la nostra anima non sia uno scrigno chiuso. Troppe volte l’insidia alla sapienza del dono sta proprio qui, in un nostro facile egoismo, facile ma cieco, facile ma irragionevole. Temiamo di aprire la nostra anima e di dare tutto al Signore e andiamo accattando delle scuse, andiamo dicendo che basta un po’, che il Signore è buono e si accontenta, che in fondo poi ci sono degli altri che danno meno e allora gli scrigni restano chiusi e l’adorazione non è sincera. Dare tutti noi stessi vuol dire metterci a disposizione della sua Parola, prendere alla lettera gli insegnamenti del Vangelo, non accontentarci di una vita chiusa e mediocre. L’anelito alla vita cristiana piena, a quella che noi chiamiamo santità, è l’anelito che ci deve sempre spingere come una grande forza, come una grande gioia, perché la gioia nasce da un dono completo.

“Essi provarono una grandissima gioia” (Mt 2, 10). La gioia nasce dal non negare niente al Signore della nostra vita. In questo giorno dell’Epifania ci dobbiamo chiedere in sostanza questo: cos’è che potremmo dare di più al Signore, sul piano personale e sul piano ecclesiale comunitario. Che cosa possiamo fare di più per la nostra santificazione e per il bene degli altri? Solo così realizzeremo come hanno realizzato i Magi. Sono venuti da lontano, tante settimane di cammino, tanti disagi per prostrarsi, adorare. La loro grandissima gioia è molto eloquente. Noi troppe volte non abbiamo la gioia vera, perché non abbiamo la generosità piena e totale, cerchiamo di servire Dio alla nostra maniera, cerchiamo di interpretare le parole del Vangelo secondo la nostra piccola concezione di vita. Non il Vangelo si deve adattare a noi, siamo noi che dobbiamo cogliere pienamente la Parola di Dio. È in questa riflessione che ognuno di noi presenterà alla Comunione il suo oro, il suo incenso, la sua mirra.

CODICE 81A3O01321N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 04/01/1981
OCCASIONE Omelia, Domenica Solennità dell’Epifania
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La gioia dell’adorazione – La sapienza del dono di sé a Dio - Il Vangelo preso alla lettera
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