06/01/1974 - Omelia Epifania ore 6.30 e 8.15

Sant'Ilario d'Enza, 06/01/1974
Omelia, Domenica Solennità dell’Epifania - Messa ore 6, 30 e 8, 30

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Is 60, 1-6; Ef 3, 2-3. 5-6; Mt 2, 1-12

MESSA ORE 6, 30

L’invito alla fede, a una grande fede, a una forte fede. Il giorno dell’Epifania è proprio molto sottolineato da questo invito: la manifestazione di Gesù ad ogni anima, la manifestazione di Gesù ai popoli. È per mezzo della fede che noi conosciamo Gesù, è per mezzo della fede che noi vogliamo vivere di lui. È la fede che ci guida al Signore in mezzo a tutte le difficoltà, i pericoli, i dolori di questo mondo. La nostra fede è perciò la nostra stella, la nostra fede è la nostra gioia, la nostra fede è il nostro sostegno. Si tratta dunque di farla crescere in noi, di farla maturare sempre di più in noi e la fede per crescere, noi lo sappiamo, ha bisogno della nostra collaborazione. Non è bastata la stella per i Magi: hanno dovuto, con molto disagio, seguire la stella, hanno detto di sì. La nostra fede cresce in noi, se noi siamo ben disponibili e se noi diamo veramente e concretamente il nostro sì.

La nostra fede cresce attraverso la meditazione della Parola di Dio, perché la meditazione è accoglimento, è riflessione, è confronto. Infatti, quando noi meditiamo la Parola di Dio, ci arricchiamo di ciò che lui ci ha detto, ne vediamo le conseguenze, l’applichiamo alla nostra vita.

Sia dunque il nostro sforzo di riflessione, perché non ci avvenga che la Parola di Dio passi solo per la nostra anima, come il Signore ha detto che alle volte la sua Parola cade su una strada.

Un secondo elemento è che la nostra fede cresce attraverso il nostro amore, perché è una Parola che domanda a noi amore. “Che cosa sono venuto a portare sulla terra?”, ha detto Gesù, “Sono venuto a portare del fuoco” (Lc 12, 49) . Il suo insegnamento, la sua Parola non è qualche cosa di freddo, di anonimo; la sua Parola parte dal suo cuore, che per amore ce l’ha portata e con amore ce la offre.

Perciò la nostra fede cresce nell’amare il Signore, nel cercare la sua volontà, nel fare quanto lui desidera da noi, nello sforzarci sempre di più di vincere la nostra ingratitudine e di capire sempre di più il suo dono.

Ancora, la nostra fede cresce nell’esercizio dell’amore del prossimo, perché dobbiamo vedere nel nostro prossimo Gesù stesso e perciò l’esercizio della bontà, della pazienza, della generosità, l’esercizio pratico di quelle cose, che la carità domanda, è un motivo grande per riconoscere il Signore nella fede e nell’amarlo.

Siano dunque queste tre cose che noi ci proponiamo in questa festa dell’Epifania, perché veramente la nostra fede sia la nostra gloria, sia in profondità la nostra gioia.

MESSA ORE 8, 30

Manifestazione, cioè, è la vocazione a conoscerlo, ad amarlo a porre in lui il motivo della propria salvezza per tutti i popoli, per tutti gli uomini, giacché è venuto per tutti.

E ci colpisce subito un primo aspetto: i vicini, Erode, i sacerdoti, il popolo di Gerusalemme non conoscono Gesù; i lontani, i Magi, sì, perché in quei lontani c’era una disposizione fondamentale a tutto quello che voleva il Signore; quelli che erano lì vicini avrebbero voluto conoscere il Signore, ma un Signore secondo le loro categorie, secondo la loro testa, secondo il loro modo di vedere.

Ecco, il Signore si manifesta e la sua manifestazione evidentemente diventa una rottura con quel mondo che era troppo chiuso in sé, nei suoi pensieri, nelle sue aspirazioni, che non erano le vere aspirazioni alla gloria e all’amore di Dio.

Vorrei che noi meditassimo su questa manifestazione del Signore a noi, che ci chiamiamo “i vicini”, perché non ci succeda di non vederlo com’è, di non vederlo dov’è.

La nostra riflessione oggi è in quella crescita misteriosa che avviene in ogni anima retta: la crescita della fede, della vera fede, della vera comprensione di Dio e del suo piano di amore. San Paolo, avete sentito nella seconda Lettura, parla di una manifestazione, di una conoscenza del mistero. Appariva tale questo mistero di manifestazione, cioè la regola, che poi è un senza regola, con la quale Dio si dona alle anime e si dona ai popoli: le strade misteriose della sua Provvidenza, quelle strade misteriose che possono scandalizzare i deboli, ma che fanno prorompere in gioia coloro che veramente sanno come è buono il Signore.

Vorrei, dico, che riflettessimo e riflettessimo in profondità, per vedere se cresce e come cresce e per quali motivi deve crescere la nostra fede, perché non possiamo avere una fede bambina, una piccola fede. Gesù quante volte nella sua predicazione ha sottolineato la necessità di un’autentica fede! “Se credi”, ha detto al cieco, siamo tutti ciechi, “se credi, tutto è possibile a chi crede” (cfr. Mt 9, 27-28). Se credi

La vera fede allora sta in un abbandono fiducioso a Dio, alla sua rivelazione, alla sua azione, una rivelazione che è in continuo verificarsi. Non è che il Signore si sia manifestato allora e poi più, il Signore continua a manifestarsi, continua a farsi conoscere nelle sue parole e più ancora nelle sue azioni, quelle azioni per le quali guida il mondo, guida la sua Chiesa e suscita le anime che, ricche di carisma profetico, illuminano la sua Chiesa.

Il Signore si manifesta e noi siamo sempre in cerca, dobbiamo essere sempre in cammino. I Magi sono un simbolo: bisogna camminare, bisogna andare! E le preghiere della Liturgia oggi ci dicono dove dobbiamo andare: a vedere, dicono, “la tua gloria”.

Sicché, il nostro cammino è sempre verso il Signore che viene e allora è sempre un rinnovamento della nostra spiritualità, dobbiamo arricchirla sempre di più, particolarmente nella preghiera. E’ la preghiera la vera, profonda esperienza di fede, è nella preghiera dove noi incontriamo il Signore, dove di più lo conosciamo, nella nostra preghiera personale e individuale, ma soprattutto nella preghiera liturgica, insieme, perché tendiamo a conoscere il Signore così, perché viene in mezzo al suo popolo e ci manifesta la sua bontà.

Di qui il nostro impegno: l’accoglimento della sua Parola e la disponibilità a dire di sì, anche quando il Signore viene con una Parola che rivoluziona tutta la nostra mentalità, tutti i nostri schemi e ci dice di fare diverso, che come abbiamo fatto non va bene, che è necessario cambiare totalmente, che è necessario diventare sempre di più come lui, in questa totale donazione.

Per cui come crescere? Crescere proprio così nella fede, attraverso la nostra sensibilità, sensibilità di fede, di esperienza, di preghiera, di maturazione liturgica. Nella Liturgia troviamo Gesù, particolarmente nella Messa noi abbiamo una presenza meravigliosa, che si trova proprio per noi e ci unisce a sé.

E lo troviamo così il Signore, lì nel mistero della sua manifestazione sacrificale, perché la Messa è presenza per sacrificio, è presenza per dono, è presenza per immolazione. Ed allora comprendiamo che, se è per la salvezza del mondo, ecco, nel mondo ancora troviamo il Signore ed è attraverso la nostra opera nel mondo che noi accresciamo la fede, attraverso il nostro lavoro, attraverso la nostra professione, attraverso la nostra relazione con il prossimo, soprattutto (interruzione della registrazione)

CODICE 74A5O01322N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 06/01/1974
OCCASIONE Omelia, Domenica Solennità dell’Epifania - Messa ore 6, 30 e 8, 30
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La fede, la vocazione alla conoscenza

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