Gn 49, 2. 8-10; Mt 1, 1-17
“… Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo” (Mt 1, 16). È proprio uno di noi. Anche Lui ha avuto i suoi nonni, ha avuto la sua stirpe, proprio uno di noi. Quello che apparirà a Betlemme non è un’immaginazione, non è un corpo fittizio. Dio Altissimo si riveste della nostra carne, diventa un figlio degli uomini.
Dobbiamo riflettere a lungo, perché troppe volte facciamo di Gesù una divinità lontana, una divinità astrale, una divinità fredda, che ci dà una legge e ci minaccia un castigo.
Gesù è veramente uno di noi, uno di noi con il suo cuore di uomo, col suo cuore desideroso di comunicare, desideroso di affetto, sensibile all’amicizia, un cuore capolavoro dello Spirito Santo, fatto proprio così nella perfezione dell’umanità, nella perfezione di quei doni, che rendono un uomo particolarmente adatto a compiere la missione che gli è affidata.
Il Signore Gesù ha avuto così un cuore adatto per accogliere ognuno di noi, perché con ognuno di noi vuol condividere tutto della vita. E’ il nostro compagno di viaggio finché, arrivati al termine della nostra esistenza, non avremo nessuna paura: abbiamo fatto il viaggio con Lui. E quando, a un suo cenno, la nostra anima si separerà dal corpo, certo il suo volto di amico non diventerà il volto di un giudice indignato e terribile.
Quello che abbiamo necessità di compiere è proprio di essere adatti a questa amicizia, di essere anche noi dei buoni amici, di essere anche noi pronti e fervidi nel seguirlo, perché Lui ci ripete: “Vieni dietro di me, vieni con me”. Non c’è nulla, proprio assolutamente nulla di quello che Lui ci comanda che non abbia fatto prima, che non abbia fatto tanto di più. Se ci comanda di vincere la nostra umanità, il peso del dolore, il peso dell’afflizione, se ci comanda di essere sereni in mezzo alle prove, ecco, Lui ha sopportato tutto, ha provato tutto.
Come dobbiamo guardare a Betlemme come a un invito grande all’amicizia. Che cosa facciamo di preparazione, se non ci prepariamo ad accogliere un amico e ad essere dei veri amici?
Pensiamo come è stata fino adesso la nostra situazione spirituale, com’è stata nella preghiera. Quale amicizia? Nell’Eucaristia, nella Comunione quale sviluppo di amicizia? Nelle prove e nelle difficoltà come siamo ricorsi a Lui?
Chiediamo alla Madonna questa grazia di essere dei veri, sinceri, forti amici.
CODICE | 81NGN01312N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 17/12/1981 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì feria di Avvento, Novena di Natale - III giorno |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Gesù vero uomo - Betlemme: invito all’amicizia |
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