Gn 49,2. 8-10; Mt 1,1-17.
Tutta la storia è in mano a Dio e Dio conduce la storia per i suoi fini altissimi di misericordia e di redenzione.
Sentiamo com’è vero che Lui è il Signore, è il Signore potente, è il Signore re, è il Signore giudice, è il Signore che ci porta tutta la soavità del Padre celeste.
Noi dobbiamo prepararci in ginocchio di fronte al mistero del Natale, perchè Lui sappia sempre che nel nostro cuore c’è il desiderio di fare la sua volontà, di servirlo, di amarlo, di rendere la nostra vita sempre più ricca di bene, sempre più forte e vera.
È proprio così: la storia la fa Lui; la storia deve essere il nostro lavoro di collaborazione. E lo ricordiamo stasera pensando alla genealogia di Gesù, pensando alla sua umanità e alla sua umiltà. Lo sappiamo: Lui è venuto come primogenito di tutta l’umanità per portare tanti figli al Padre.
E, stasera, l’idea è per noi particolarmente plastica perché celebriamo dei battesimi che segnano proprio l’inizio di una storia d'amore, di una storia di elargizione perenne della grazia.
Il Battesimo è una grande grazia; è segno della misericordia di Gesù, è segno del suo amore, è segno della predilezione per una famiglia, è segno di tante e meravigliose invenzioni di grazia che il Signore farà.
Il Battesimo fa figli di Dio questi bambini, li fa tempi dello Spirito Santo, li consacra, li rende sacri, creature di amore, creature di speranza.
Ecco perchè celebriamo la grandezza di Dio, celebriamo la sua provvidenza. In questi bambini vediamo la sua redenzione che si compie e si afferma, che esulta: tre creature, tre figli, tre prediletti! È proprio così.
Quindi un sentimento di viva riconoscenza; un sentimento di adorazione e ammirazione.
Noi invochiamo, perciò, con la preghiera, che siano tante le grazie che seguono questo battesimo. Questi bambini, innestati in Lui – "Io sono la vite e voi siete i tralci" (Gv 15,5) –, crescano in conformità alla loro dignità, in conformità alla loro vocazione, in conformità al dono che Gesù ha fatto, volendo nascere tra di noi, volendo essere bambino e additandoci nei bambini degli esempi.
Un’umiltà di acconsentimento deve permeare tutta l’anima dei genitori: “Sì, Signore, noi coltiveremo volentieri queste creature perchè sono il prezzo della tua redenzione, perchè, come figli di Dio, hanno un’altissima chiamata".
Così i genitori vivranno questo mistero di predilezione e saranno pronti a dare tutto quello che sarà nell’ordine della carità vera, grande, soprannaturale.
Noi invochiamo per questi bambini una vera realizzazione. Siamo stati chiamati ad essere come Cristo; siamo stati chiamati ad essere "santi e immacolati al suo cospetto" (Ef 1,4).
Noi per questi bambini domandiamo molta, molta perseveranza. Quando saranno cresciuti, possano, consapevolmente, realizzare la loro vita e diventare simili a Gesù, e diventare forti, e diventare un vero capolavoro della provvidenza divina, dell'amore che Gesù porta alle loro anime.
CODICE | 88NGN01311B |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 17/12/1988 |
OCCASIONE | Omelia, Feria di Avvento, Novena Natale, III giorno, Battesimi |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale, battezzandi |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | La vocazione del battezzato |
© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAP | CREDITS