Ger 23, 5-8; Mt 1, 18-24
“Sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio-con-noi” (Mt 1, 23). La grande realtà sta proprio qui.
Questo tempo di attesa è tempo di meditazione e di riflessione profonda. Che cosa vuol dire che Dio è con noi? Quale senso deve prendere la nostra vita, quale indirizzo deve avere la nostra scelta quotidiana?
Emmanuele. Penso al tempo di attesa per Maria e per Giuseppe, penso come avranno desiderato di vederlo, di stringerlo al cuore, di abbracciarlo con tutto l’entusiasmo, loro i privilegiati, loro che sapevano, loro che riconoscevano in Gesù un dilettissimo Figlio e un dilettissimo Dio. Penso alla loro attesa, a questo amore bruciante del loro cuore, a questo anelito di essere meno indegni di stare vicino a Lui.
Quanta speranza, quanta generosità, quanta disponibilità! Noi dobbiamo seguire la Madonna, noi dobbiamo seguire san Giuseppe, noi dobbiamo avere un cuore che sa riconoscere il dono: è Dio, è il Figlio di Dio infinito, è l’Eterno, è il Signore, è il Redentore, è l’Amico.
Troppa stanchezza occupa il nostro cuore, troppa indifferenza! Le cose ci attirano, le cose ci dominano, le cose ci inquietano. Aspettare Dio, perché anche noi come Maria e Giuseppe possiamo essere intimamente con Lui. Anche noi possiamo abbracciarlo, anche noi possiamo prostrarci in adorazione e in ammirazione ai suoi piedi, anche noi! E la nostra vita di ogni giorno denuncia invece mediocrità e indifferenza. Andiamo verso il Natale e il nostro cuore forse non palpita più forte; andiamo verso il Natale e la nostra anima resta desolata e distratta.
Questa sera ci dobbiamo proporre lo sforzo della ricerca, lo sforzo di volere essere più disponibili, lo sforzo di creare nel nostro cuore quell’atmosfera di attesa viva e penetrante, forte e risolutiva.
Dobbiamo creare nella nostra anima uno stato di preghiera, di una preghiera viva, di una preghiera fervida, di una preghiera che aspetta e che dona. Creare nel nostro animo un’atmosfera di preghiera, allontanando tutte le cose non solo cattive, ma superflue, ma inutili, ma vane, ma sciocche! Troppi pensieri non sono degni di Colui che viene; troppi affetti si dirigono verso altri oggetti.
Abbiamo bisogno di Lui, solo di Lui! Lui, l’Emmanuele, Lui che si è degnato di scendere dall’alto dei cieli fino a noi! E non ci commuoveremo? E andremo avanti così? Un Natale superficiale e vuoto è una grave responsabilità: ricordiamolo sempre!
CODICE | 81NHN01312N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 18/12/1981 |
OCCASIONE | Omelia, Venerdì feria di Avvento, Novena di Natale - IV giorno |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Il tempo e la preghiera dell’attesa per Maria, Giuseppe, noi – Riconoscere il Dono |
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