20/12/1973 - Omelia Feria Avv Nov Natale 6

Sant'Ilario d'Enza, 20/12/1973
Omelia, ferie di Avvento, Novena di Natale - VI giorno

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Is 7, 10; Lc 1, 26-38

La Liturgia di questo giorno della Novena di Natale mette in forte risalto la verginità di Maria: è preannunciata come un segno, un miracolo dal profeta Isaia (Is 7, 14), è sottolineata nel racconto dell’annunciazione (Lc 1, 26-38). La maternità di Maria è una maternità verginale, è un miracolo, è un prodigio di Spirito Santo. Perché un moltiplicarsi così di miracoli? Perché il Signore ha voluto nascere da una vergine? Perché ha voluto superare quelle leggi che lui stesso, Creatore, ha messo nell’ordine della trasmissione della vita? Noi sappiamo che vi è una risposta profonda, grande, è la risposta che coglie veramente il significato dell’intervento di Dio. La storia della salvezza è la salvezza dal peccato, è la salvezza dalle contaminazioni del peccato, è allontanare l’uomo dai suoi idoli, è dare all’uomo il gusto di Dio, soprattutto dare all’uomo il senso di Dio, dare all’uomo il vero Dio. “Non avrai alcun Dio fuori di me” (cfr. Es 20, 3): Dio è il primo, è il primo nell’ordine dell’essere, deve essere il primo nell’ordine della scelta. Bisogna scegliere Dio, bisogna scegliere quello che vuole lui, perché quello che vuole lui è la sapienza e l’amore. Gli uomini avevano scelto prima tutte le altre cose e si erano fatti delle loro passioni i loro idoli, avevano divinizzato i loro vizi. La salvezza è qui: staccare l’uomo dal suo errore e portarlo al riconoscimento della grandezza, della priorità della meravigliosa azione di Dio. Una vergine: che cosa vuol dire? Colei che lascia non solo il peccato, ma lascia anche tutto quello che è umano, legittimo, buono umanamente, per scegliere solo Dio. Diventa allora un segno, diventa allora un esempio, una parola vivente in mezzo a tutti. Lei ha scelto il Signore. Ecco la liberazione! La liberazione dal male, ma anche la liberazione da ciò che è buono, ma che non è nella totalità, nella indivisione. Maria aveva scelto solo Dio e aveva rinunciato a tutto, ecco perché il Signore l’ha benedetta e l’ha posta come un segno, un miracolo che parli a tutti noi, che dica come dobbiamo scegliere il Signore, con quale perseveranza, con quale amore, con quale forza. Il Signore, insomma, ci ha voluto ricordare in una maniera fortissima questa linea: che Dio è degno di tutto il nostro amore, che Dio è degno di tutto il nostro dono, non solo nell’abbandono delle cose cattive, ma è degno del nostro cuore anche quando questo cuore può irretirsi in tante cose terrene, è degno che gli si sacrifichi tutto. È così che noi onoriamo stasera la Madonna come la Vergine, colei che non ha diviso il suo cuore, che si è donata tutta a Dio, che ha indicato agli uomini come Dio è il primo, Dio è l’unico, Dio va servito in piena donazione. Ed è in questo senso che noi commentiamo l’antifona di oggi quando la Liturgia chiama Gesù “la chiave di Davide, che apri le porte dei cieli, che liberi chi giace nelle tenebre del male” (versetto al Vangelo). È lui cioè che fa, è lui che redime. L’uomo lasciato a sé non realizza, non può realizzare perché Dio, che è primo nell’essere, è colui che sostiene l’uomo continuamente; la sua conservazione in essere è una continua creazione. E Gesù è venuto a manifestazione di Dio, liberazione di Dio, è venuto perché ogni uomo trovi in lui se stesso, trovi i suoi veri valori e trovi il modo di donarli generosamente agli altri.

CODICE 73NLN01312N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 20/12/1973
OCCASIONE Omelia, ferie di Avvento, Novena di Natale - VI giorno
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Maria Vergine, scegliere solo Dio
ARGOMENTI Maria Vergine, scegliere solo Dio
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