18/12/1979 - Omelia Feria Avv Novena Natale 4

Ger 23, 5-8; Mt 1, 18-24

Pensiamo questa sera a Maria Santissima e alla sua attesa, all’attesa della nascita di Gesù, all’attesa di abbracciare il suo bimbo, che era anche il suo Redentore e il suo Dio. Il Vangelo ci presenta la situazione drammatica di Giuseppe, di terribile angoscia: sembrava una prova assolutamente superiore alle sue forze. La stima immensa, che aveva di Maria, urtava contro una maternità che era inspiegabile. Maria confida e tace. Giuseppe arriva a una decisione, che era l’unica di fronte al mistero. Ecco, passano i giorni e c’è il silenzio e la prova diventa veramente gravissima. Il Signore allora manda un Angelo, un Angelo che spiega, un Angelo che dà un ordine: “Non temere di prendere con te Maria tua sposa” (Mt 1, 20). E Gesù verrà in questo miracolo, per salvare il suo popolo dai suoi peccati.

Noi onoriamo Maria in questo mistero, noi onoriamo Giuseppe e vogliamo imparare da loro come si vive di fede, come si stabilisce la vita nella fede. Vogliamo imparare da loro come non si può mai dubitare della provvidenza di Dio, del suo amore così meraviglioso e così particolare. Vogliamo imparare che, se il Signore fa delle cose apparentemente inspiegabili, è proprio allora che la sua sapienza e il suo amore raggiungono un vertice.

Confidare, abbandonarsi in Lui, fino a quando? Ecco, il nostro cammino, lo sappiamo bene, è il cammino verso la patria celeste, è il cammino verso il Paradiso. La sua provvidenza ci governa, perché l’attesa della sua venuta nella fede sia l’attesa anche della sua venuta nella gloria.

Maria si pone così, come il nostro esempio, come la nostra guida, come il vero nostro sostegno.

Lasciarci guidare da Lei all’incontro con Cristo, perché sia talmente forte questo incontro che ci prepari alla grande realtà del Paradiso, per cui noi dobbiamo vivere, alla quale noi dobbiamo tendere, alla quale noi dobbiamo riservare la nostra speranza di gioia e di pace.

Guardiamo al Paradiso e nel Signore riposiamoci dalle nostre tristezze e dalle nostre fatiche. Andiamo sempre avanti, guardando alla grande, seconda venuta.