Is 7, 10-14; Lc 1, 26-38
“Sono la serva del Signore” (Lc 1, 38). E in quel momento il Figlio eterno di Dio, il Verbo di Dio, si fece carne, si fece uno di noi. Si è fatto uno di noi per trasformarci e darci il senso del divino e dell’eterno. Da quel momento l’umanità aveva il suo meraviglioso tesoro, aveva Gesù e con Gesù c’è ogni bene, con Gesù c’è ogni grazia, con Gesù vi è la risoluzione di ogni problema. Noi lo sappiamo bene: ogni volta che celebriamo l’Eucaristia, avviene ancora il miracolo: la sostanza del pane, si cambia nella sostanza del Corpo di Gesù. Abbiamo Gesù che nasce per noi sull’altare, abbiamo Gesù che compie il suo atto di Redenzione. È per questo che dall’Eucarestia esce la grandezza della vita cristiana, la grandezza della vita della Chiesa; è per questo che dall’Eucaristia viene il motivo vero della gioia e della pace.
Ecco perché con forza, con impegno dobbiamo andare all’Eucaristia. Noi ci dobbiamo sempre interrogare: con quanta fede, con quanto desiderio, con quanta umiltà, con quanto amore andiamo all’Eucaristia? Una comunione fatta bene, è una comunione che fa un santo, ma le nostre comunioni sono fatte bene? O non è forse vero che le nostre comunioni possono alle volte essere causa di condanna, più che causa di salvezza? Guardate con quante fede e con quanta disponibilità la Madonna ha ricevuto Gesù nel suo grembo e impariamo da Lei a fare le comunioni! Se le nostre comunioni sono distratte, svogliate, insipide, senza fervore, formalizzate o, peggio, sono comunioni fatte con l’animo turbato, con l’anima che è caduta nel peccato grave o lì vicino… povere comunioni! Sono comunioni che non portano se non tristezza e peso alla Chiesa di Dio. Queste comunioni fatte senza distacco dal peccato, con tanti peccati quotidiani sull’anima, con tante mormorazioni, con tante impazienze, con tanti egoismi, con tante stupidaggini non buttate via, non respinte, come una normalità, povere comunioni! Oh, non possiamo prepararci meglio al Natale, che migliorare le nostre comunioni, renderle vive e operanti andando col cuore purificato alla comunione, col cuore desideroso di amore, con i sentimenti migliori che possiamo torchiare dal nostro cuore.
Ecco un proposito molto, molto buono che può rappresentare il vero nostro ricupero: far bene le comunioni, come la Madonna ha ricevuto Gesù nell’Annunciazione.
CODICE | 82NLN01313N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 20/12/1982 |
OCCASIONE | Omelia Lunedì Feria di Avvento, Novena di Natale – VI giorno |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Incarnazione ed Eucarestia; Imparare da Maria a ricevere Gesù nella comunione |
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